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Stark: gli OMT di Draghi? Non hanno senso.
mercoledì 12 dicembre 2012, di
Il parere di Jürgen Stark, noto economista tedesco ed ex capo economista della BCE, è coinciso e lapidario: gli OMT di Draghi? Non hanno senso. Se per la BCE gli OMT sono “Outright Monetary Transactions”, per Stark sono “Out of Mandate Transactions”.
Stark punta ancora il dito contro Draghi. Dopo le sue dimissioni, nel settembre 2011, aveva dichiarato che la BCE era nel caos. Oggi rincara la dose e critica il piano anti spread, che, nelle intenzioni del proponente, dovrebbe condurre l’Europa fuori dalla crisi del debito.
Il parere di Stark
Il noto economista, spiegando le motivazioni a sostegno della sua tesi, ha dichiarato la sua contrarietà rispetto al sostegno della BCE sulle quotazioni dei titoli di determinati Paesi, perché così facendo “agisce fuori del suo mandato”. “La BCE - prosegue - non ha alcun diritto di chiedere a singoli Paesi di fare questo o quello in cambio del fatto che la banca acquisti i loro titoli sul mercato senza limiti. E’ come se negli Usa la Fed intervenisse per supportare il Montana o l’Arizona”.
Il disappunto di Stark rispetto a un piano bond era emersa già in occasione delle sue dimissioni. La sua intransigenza è legittimata dal timore che la BCE si possa “far imprigionare dalla politica”. D’altronde la politica monetaria, a differenza dei governi, “non può essere subordinata al comportamento di altre istituzioni”.
Gli OMT, secondo Stark, sono stati sono un palliativo per:
- calmare i mercati;
- guadagnare tempo;
- rimandare le decisioni più difficili.
Il futuro
Le accuse di Stark investono anche la credibilità della BCE. In questa situazione potrebbe essere facile compiere “passi falsi”. Il limite del mandato dovrebbe essere quello di “gestire i tassi a breve, invece Draghi ha un diverso approccio”. “Non condivido il ruolo della Bce, diventata prestatore di ultima istanza, oltre che delle banche anche dei governi, compresa la Grecia, che era e resta insolvente”.
Tuttavia, Stark ammette che ci sono state anche misure positive, come il Fiscal compact e l’Esm. Piccoli progressi sono stati fatti, ora, secondo Stark, bisogna scegliere la via giusta per uscire dall’impasse, perché la crisi bussa ancora alle porte dell’Europa.
La fiducia di Draghi
D’altra parte Mario Draghi ha mostrato tutta la sua fiducia e il suo ottimismo per il piano anti spread, che scatterà solo su richiesta del Paese interessato. "Siamo riusciti a calmare le tensioni immediate di un credit crunch con gravi conseguenze - ha dichiarato - e il programma di acquisto bond ha funzionato come credibile freno contro scenari disastrosi".