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Spesometro, commercialisti e imprese chiedono una proroga

giovedì 31 ottobre 2013, di Valentina Brazioli

Spesometro: urge una proroga. La scadenza prevista per il prossimo 12 novembre per i contribuenti mensili e per il 21 novembre per tutti gli altri soggetti passivi IVA, preoccupa non poco commercialisti e imprese, soprattutto a causa delle strettissime tempistiche attraverso le quali l’Agenzia delle Entrate ha reso noti gli strumenti per espletare correttamente l’obbligo imposto.

Le informazioni dell’Agenzia delle Entrate

Risale infatti solo al 10 ottobre scorso l’approvazione e conseguente pubblicazione del “modello polivalente”, destinato alla comunicazione dei dati delle operazioni rilevanti ai fini Iva e di quelli inerenti alle operazioni eseguite con San Marino o con operatori collocati in territorio a fiscalità privilegiata (la cosiddetta "black list"). Ancora più recente, la messa a disposizione del software di controllo dei dati, necessario per verificare la corretta compilazione del modello, che è avvenuta addirittura solo lo scorso 25 ottobre.

Manca una tempistica adeguata

Insomma, a 8 giorni lavorativi dalla prima scadenza del 12 novembre, la ristrettezza nei tempi per eseguire l’adempimento richiesto unito alle numerose incoerenze riscontrate tra modelli e istruzioni ha scatenato le proteste degli operatori fiscali e dei contribuenti.Tra i primi a lanciare l’allarme lunedì 28 ottobre è stata l’Unagraco (Unione nazionale commercialisti ed esperti contabili) di Palermo, che per bocca della sua presidente Pia D’Oca ha dichiarato:

Non si ravvede la possibilità di una tempistica adeguata all’espletamento dell’obbligo imposto.

Lettera dei commercialisti a Saccomanni e Befera

Per questo motivo, le associazioni sindacali dei commercialisti hanno inviato una lettera al ministro dell’Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, e al direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, per richiedere il differimento delle scadenze del 12 e del 21 novembre.

Violato lo Statuto dei diritti del contribuente

Ciò che si contesta, infatti, è aver seguito una procedura che entra in contrasto con lo Statuto dei diritti del contribuente (legge 212/2000), il cui comma 2 dell’articolo 3 stabilisce che:

Le disposizioni tributarie non possono prevedere adempimenti a carico dei contribuenti la cui scadenza sia fissata anteriormente al sessantesimo giorno dalla data della loro entrata in vigore o dell`adozione dei provvedimenti di attuazione in essere espressamente previsti.

Protestano anche gli imprenditori

Una protesta condivisa anche dagli imprenditori, con particolare riferimento a Confimi Impresa (Confederazione dell’Industria Manifatturiera Italiana e dell’Impresa Privata), che ha inviato una lettera analoga al Ministero dell’Economia e all’Agenzia delle Entrate, ribadendo la necessità di una proroga a causa delle incongruenze riscontrate nelle istruzioni fornite dalle Entrate, nonché per gli errori e i refusi presenti nel modello polivalente.

Novità del decreto del Fare

Una proroga ancor più necessaria, si sottolinea, in considerazione del fatto che l’articolo 29 del decreto del Fare ha introdotto nel nostro ordinamento un principio perfettamente in linea con il già citato Statuto del contribuente,) in base al quale l’efficacia dei nuovi obblighi amministrativi a carico di cittadini e imprese può essere stabilita solo a partire dal primo luglio o dal primo gennaio successivo all’entrata in vigore delle nuove disposizioni.

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