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Soros: "La ripresa dei mercati non durerà. Italia dipende sempre più dalle decisioni UE"
lunedì 13 maggio 2013, di
La situazione dei mercati sembra migliorata, l’Italia in questi giorni ha ripreso un po di ossigeno grazie all’andamento positivo di Piazza Affari e la discesa dello spread. Si sono registrati tassi sui bond italiani sotto il 4% e il tanto temuto spread tra i Btp italiani a 10 anni e i Bund tedeschi si aggira ormai intorno a quota 250. Ricordiamo che nel momento di picco della crisi italiana, a fine 2011, lo spread ha toccato valori oltre i 500 punti base e l’Italia era sul punto di fare crack sotto i colpi della speculazione. La situazione attuale sembra migliorata e, dopo settimane complicate anche dal punto di vista politico, si è arrivati finalmente alla formazione di un nuovo governo targato Enrico Letta.
Nonostante questi dati positivi nel fine settimana è arrivata la doccia fredda.
L’investitore miliardario George Soros, a Udine per ritirare un premio intitolato a Tiziano Terzani, ha rilasciato delle dichiarazioni che lasciano poco spazio alla fantasia e alla speranza per la ripresa italiana. Soros infatti crede che la ripresa dei mercati, con il conseguente calo dei costi di finanziamento italiani non sia sostenibile a causa del persistere di gravi problemi in tutta l’eurozona.
Parole di Soros
Secondo Soros quindi "la ripresa non durerà a lungo . Ci troviamo in una situazione molto lontana dall’essere in equilibrio." L’Italia finalmente ha un governo, ma il premier Enrico Letta deve affrontare il problema del debito pubblico italiano. Arrivato a toccare il 130% circa del Pil, tra tutti i paesi dell’UE, è secondo solo a quello della Grecia; a ciò si aggiunge un’economia debole, caratterizzata da una crescita debolissima negli ultimi anni e un sistema politico instabile e disfunzionale.
In occasione della premiazione a Udine Soros ha sottolineato che "l’Italia non è più artefice del proprio destino" dal momento che dipende sempre di più dalle decisioni prese dall’Unione europea nella quale il Bel paese ha sempre meno voce in capitolo.
Italia e Piazza Affari
Per quanto riguarda i titoli di stato venerdì scorso il rendimento del Btp si è attestato al 3,88% e lo spread si è ridotto a quota 249 grazie ad un forte incremento del titolo decennale tedesco, passato 1,27% all’1,38%. Il ministero dell’economia ha potuto così collocare 7 miliardi di Bot a 12 mesi con un rendimento dello 0,70%, il minimo dalla nascita della moneta unica.
Bene anche Piazza Affari, con l’indice FtseMib che ha chiuso la settimana con un +1,1% portando il guadagno della settimana a un +2,1% e quello annuale a +6%. Questi, i numeri dell’ultima settimana sul fronte dei mercati, ma le parole di Soros e non solo invitano alla prudenza.
Nel fine settimana il ministro delle finanze Fabrizio Saccomanni è volato a Bruxelles per partecipare al G7, all’Eurogruppo e all’Ecofin. L’obiettivo della missione di Saccomanni era di convincere l’Europa sulla chiusura della procedura d’infrazione per disavanzo eccessivo puntando sulla stabilità dell’esecutivo e la qualità del suo programma di riforme. La decisione finale riguardo alla procedura contro l’Italia arriverà solo a fine mese, la sua chiusura ridurrebbe ancora lo spread e potrebbe anche allungare i termini per raggiungere l’equilibrio strutturale di bilancio richiesto dell’UE.
A livello di macroeconomia altri segnali di prudenza arrivano dal Giappone che, in occasione del G7, ha rassicurato i colleghi sul fronte dei cambi. Il governatore Kuroda ha assicurato che la politica monetaria attuata da Tokyo non mira alla svalutazione dello yen. I numeri però danno indicazioni diverse: da novembre lo yen ha perduto più del 30% sul dollaro e la borsa di Tokyo ha registrato un +60%.