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Sigarette elettroniche e maxi tassa: cosa cambia con la sentenza del Tar?

mercoledì 22 gennaio 2014, di Valentina Brazioli

Sigarette elettroniche e maxi tassa, a metterci lo zampino, stavolta, è il Tar. Siamo, infatti, davanti all’ennesimo capitolo di una storia che si trascina ormai da mesi, senza riuscire a risolversi del tutto. Abbiamo più volte trattato lo spinoso argomento della stangata dietro l’inaugurazione (a partire dal primo gennaio 2014) dell’imposta pari al 58,5% del prezzo di vendita al pubblico, voluta dal Governo Letta-Alfano e ancora in piedi nonostante un’accesa battaglia parlamentare dai toni anche molto polemici. Nonostante tutto, non c’è stato emendamento o iniziativa parlamentare in grado di far cambiare idea all’esecutivo, e le speranze degli addetti ai lavori erano ormai ridotte al lumicino.

La decisione del Tar del Lazio

Eppure ieri, come un fulmine a ciel sereno, è giunta la decisione del Tar del Lazio che ha concesso una “sospensiva provvisoria” proprio per il decreto che prevede la maxi tassa, accogliendo così il ricorso presentato da Anafe-Confindustria, l’associazione che riunisce i produttori di sigarette elettroniche e liquidi per la vaporizzazione. Un pronunciamento accolto con estremo sollievo da tutto il comparto, se non fosse che, appena due ore dopo la diffusione della notizia sulle maggiori agenzie di stampa, è arrivato un secco comunicato in risposta da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Monopoli: il prelievo al 58,5 per cento resta

In sostanza, i Monopoli smentiscono che la decisione del Tribunale amministrativo sancisca il tana libera tutti dalla maxi imposta, e precisa:

Ha solo sospeso il nuovo regime autorizzativo previsto per i depositi, ma non l’applicazione del prelievo fiscale, in vigore dal primo gennaio 2014, che resta dovuto nella misura prevista dalla legge del 58,5%.

Di tutt’altro parere l’Anafe, la quale ha voluto sottolineare che quanto stabilito dal Tar spinge l’intera questione in una sorta di limbo normativo, non solo per quanto riguarda il regime di autorizzazione per le sigarette elettroniche, ma anche la relativa imposizione fiscale.

Prossima puntata: 5 febbraio

Chi ha ragione? Difficile dirlo: quello che è certo è che la contesa rivela tutto il malessere di un settore che si ritiene ingiustamente vessato, pur offrendo lavoro a oltre 5 mila dipendenti sparsi su circa 3500 negozi in tutta Italia. In ogni caso, siamo comunque davanti solo al primo capitolo di una saga che presto si arricchirà di una nuova puntata e importante puntata: il prossimo 5 febbraio sempre il Tar dovrà pronunciarsi su un’altra richiesta di sospensiva. Stavolta proprio sul regime fiscale.

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