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Servizio civile universale: lavoro per 100mila giovani ogni anno. Ecco come funziona e quanto costa
lunedì 9 giugno 2014, di
La proposta è arrivata nell’ambito della riforma del terzo settore avanzata dal governo Renzi. L’istituzione del servizio civile universale alzerebbe dai 15mila attuali a ben 100mila il numero di giovani da occupare in enti e associazioni italiane per un anno. La proposta dal punto di vista occupazionale è molto positiva: trovare una sistemazione lavorativa per 100mila giovani in un momento storico che vede la disoccupazione giovanile alle stelle non può che avere effetti positivi. Ma attivare effettivamente il servizio civile universale, così come pensato dal governo Renzi, incontra il solito, grosso problema: la copertura finanziaria.
Servizio civile universale
Ogni anno in Italia partecipano al servizio civile circa 15-20 mila giovani, il numero è limitato a causa della copertura finanziaria. La proposta del governo Renzi è di estendere a circa 100mila giovani questa possibilità. Il servizio civile consiste in 12 mesi di impegno nei settori dell’assistenza, della protezione civile, dell’ambiente, del patrimonio artistico e culturale o dell’educazione. E’ dedicato ai giovani dai 18 ai 28 anni e può essere svolto presso amministrazioni pubbliche, ong e associazioni non profit che abbiano dimostrato di avere i requisiti e le competenze necessarie. I ragazzi interessati a svolgere il Servizio civile volontario partecipano ai bandi di selezione presentando domanda. Nel periodo di servizio civile, che il governo vorrebbe portare da 12 a 8 mesi, i giovani percepiscono una retribuzione di poco superiore ai 400 euro. Certamente non cambia la vita dei tanti giovani che non lavorano, né studiano, ma con i livelli attuali di disoccupazione e recessione economica può essere un buon punto di partenza per affacciarsi sul mondo del lavoro.
I costi
Il problema principale è sempre lo stesso: il budget. Allargare a 100mila giovani la possibilità di partecipare al servizio civile universale significa spendere circa 400 milioni di euro. Al momento il fondo nazionale dispone di poco più di 100 milioni. Dove prendere i soldi mancanti? Il governo aveva pensato di chiedere agli enti stessi di partecipare al costo del progetto; ma la proposta non sembra piacere ai diretti interessati. Il governo vorrebbe risolvere il problema chiedendo alle associazioni, presso le quali andrebbero a lavorare i giovani, di partecipare all’esborso pagando loro la diaria di 433,8 euro al mese, lasciando allo Stato solo contributi e costi burocratici.
Secondo gli enti interessarti però questa soluzione rischia di creare disparità tra i più ricchi, per esempio Comuni e Regioni in cui è possibile fare il servizio civile, e piccole associazioni con poca capacità di spesa. Inoltre si denuncia anche la trasformazione del servizio civile da impegno solidaristico a favore dello Stato a lavoro sottopagato. E’ di questa opinione Licio Palazzini, presidente di Arci servizio civile e della Conferenza nazionale enti servizio civile: “l’assegno mensile oggi sta dentro un rapporto contrattuale tra Stato e singolo giovane. Se fosse pagato dagli enti non si tratterebbe più di servizio pubblico ma di un contratto di lavoro tra privati".
La legge di stabilità
Nonostante i dubbi circa la copertura finanziaria Palazzini apprezza la proposta del governo, a cui chiede però un impegno concreto a partire dalla legge di stabilità 2015: "investendo fin dalla prossima legge di Stabilità molte più risorse sul servizio civile: per il 2015 abbiamo bisogno di almeno 150 milioni".
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