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Riunione Fed in arrivo: a quando il prossimo rialzo dei tassi?

martedì 1 maggio 2018, di Marco Ciotola

Salari e inflazione USA più forti stanno spianando la strada al progetto della Federal Reserve di aumentare i tassi - gli esperti prevedono che la banca centrale degli Stati Uniti rafforzerà la prospettiva di un aumento durante l’estate in occasione della riunione riunione di questo mese, che si concluderà nella serata del 2 maggio.

Il salario nel settore privato è salito del 2,9% su base annua nel primo trimestre, mentre la spesa personale si conferma in rialzo a marzo. Mercoledì alle 20:00 (ora italiana) arriverà l’ultima decisione sui tassi della Fed.

I membri della banca centrale manterranno probabilmente invariato il costo del denaro all’1,5-1,75%, mentre potrebbero delineare un ulteriore aumento del tasso dello 0,25% alla riunione in programma il prossimo 13 giugno.

Che quadro dell’economia dipingerà la Fed?

La crescita degli Stati Uniti si è leggermente raffreddata nel primo trimestre; ma, con un tasso annuale del 2,3%, resta comunque confortevole e al di sopra del ritmo tendenziale. Elemento questo che dovrebbe consentire alla banca centrale di offrire una descrizione positiva della performance economica degli Stati Uniti nella sua dichiarazione del post-riunione di mercoledì.

Il cambiamento cruciale rispetto l’ultimo incontro della Fed è una più sana inflazione armonizzata. Secondo diversi analisti la crescita dell’indice dei prezzi delle spese al consumo personale probabilmente accelererà verso il 2% a marzo. Se è così, la Fed dovrà prendere in considerazione un’inflazione vicina al suo target all’interno della dichiarazione. Secondo Michael Feroli, economista presso JPMorgan Chase, anche le prospettive dovranno essere riviste se la commissione riterrà che l’inflazione continuerà a stabilizzarsi attorno al 2%.

Le previsioni economiche

Nonostante vi siano dei segnali di un rallentamento della crescita economia all’estero, soprattutto nell’Eurozona, gli Stati Uniti sembrano tenere duro. La spesa al consumo ha subito un forte rallentamento nel primo trimestre, ma gli investimenti si sono mostrati solidi.

Come sottolineato in altre recenti dichiarazioni, secondo diversi analisti la Fed ribadirà che vi è un certo equilibrio tra le possibili sorprese positive e negative per l’economia. Un grosso pericolo arriva dalle politiche più aggressive del presidente Donald Trump, che potrebbero rovinare le relazioni commerciali tra gli Stati Uniti e i suoi partner.

Considerate le incertezze sulla direzione che prenderà l’amministrazione Trump, molti funzionari della Fed hanno fatto sapere di non essere pronti a chiarire le loro prospettive economiche proprio per via delle tensioni commerciali. D’altro canto, gli stessi economisti non si aspettano che la Fed faccia cenno alle prospettive nella sua dichiarazione ufficiale di mercoledì. Nel breve periodo, la crescita potrebbe aumentare nel secondo trimestre, vista la spinta imminente in arrivo dalla serie di tagli alle imposte di 1.500 miliardi di dollari, e il conseguente aumento della spesa pubblica.

Dove sono diretti i tassi di interesse USA?

La Fed ha previsto un totale di tre aumenti dei tassi per il 2018, e il primo di questi è stato già apportato a marzo. Ma diversi economisti credono che il presidente Jay Powell e i suoi colleghi finiranno per scegliere un totale di quattro rialzi, visti i dati economici positivi e la necessità di impedire che l’economia si surriscaldi mentre la disoccupazione si aggira intorno al 4,1%.

Il miglioramento economico generato dall’aumento del deficit di bilancio si aggiunge alle ragioni che spingono verso un ulteriore aumento dei tassi d’interesse. Diane Swonk, capo economista presso Grant Thornton, ha fatto notare come in questo momento la Fed abbia bisogno di spingere i freni, mentre la politica fiscale cerca di accelerare.

Le previsioni mediane della Fed a marzo hanno indicato che i tassi raggiungeranno il 3,4% entro il 2020, al di sopra della stima attuale della banca centrale per il suo tasso chiave a lungo termine. Questo suggerisce che la politica è sulla buona strada per diventare almeno neutrale per la prima volta dalla crisi, e possibilmente anche restrittiva.

I membri della banca centrale hanno discusso a lungo durante l’ultimo incontro per modificare il linguaggio della loro dichiarazione, in modo che la politica della Fed diventasse “un fattore neutrale o restrittivo” per l’attività economica. Dato che i tassi sono ancora a livelli bassi, tuttavia, al momento non sembra necessario alcun cambiamento di questo tipo.

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