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Rinnovo contratti statali, scuola: aumento stipendi, 400 euro in più per i presidi. Per i docenti 40 euro?

giovedì 26 ottobre 2017, di Stefania Manservigi

Sono ore importanti per il rinnovo dei contratti degli statali, soprattutto per quanto riguarda il comparto della scuola.

Dopo anni di attesa, e mesi in cui i sindacati hanno cercato di rappresentare al Governo le ragioni dei lavoratori, l’Aran ha finalmente licenziato l’atto di indirizzo che apre ora la strada alla contrattazione sindacale, per fissare i termini dello sblocco contrattuale atteso da oltre otto anni.

La base di partenza è buona, come fanno sapere dai sindacati, e la speranza è quella di riuscire a ottenere condizioni che valorizzino il ruolo di chi lavora all’interno della scuola.

Novità importanti in vista anche per i presidi: nella manovra economica il Governo ha predisposto l’equiparazione con gli altri dirigenti della Pubblica Amministrazione, che dovrebbe portare a un aumento sugli stipendi di 400 euro mensili.

L’atto di indirizzo politico licenziato dall’Aran non ha sciolto però tutti i dubbi evidenziati negli ultimi mesi, come sottolinea l’Anief, che avanza perplessità sull’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici, ricordando il problema del bonus Renzi.

Ecco le ultime novità.

Rinnovo contratti statali: presidi equiparati a dirigenti della Pa, aumento di 400 euro

Le prime novità importanti per quanto riguarda il rinnovo dei contratti degli statali che interessa il comparto scuola riguardano i presidi.

Nella manovra finanziaria delineata dal Governo, infatti, le retribuzioni dei dirigenti della scuola vengono equiparate a quelle degli altri dirigenti della Pa, con un aumento di 400 euro mensili sugli stipendi dei presidi.

Il rinnovo dei contratti degli statali, dunque, non porterà solo all’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici, ma è destinato a dispiegare i suoi effetti a partire proprio dai dirigenti della scuola che beneficeranno dell’equiparazione voluta dall’esecutivo.

Rinnovo contratti statali, scuola: al via contrattazione sindacale

Ad attendere il rinnovo dei contratti degli statali non sono però solo i presidi, ma anche i dipendenti pubblici della scuola che dovranno ora aspettare gli esiti della contrattazione sindacale.

Secondo Pino Turi, segretario nazionale Uil scuola, intercettato da Radio Cusano la base di partenza è però buona:

«L’atto di indirizzo licenziato ieri consente all’Aran di convocare i sindacati per il rinnovo del contratto di lavoro del personale della scuola. Si tratta di un atto che, sia nella struttura che nel merito, rappresenta una buona base che può e deve condurre alla sottoscrizione di un contratto bloccato ormai da troppo tempo»

spiega il sindacalista, che continua

«Dovrà essere un contratto vero. Dovrà riportare dignità ai lavoratori, ripristinare ruolo e funzione della contrattazione, sia a livello nazionale che di singola scuola, valorizzare il ruolo delle Rsu che rappresentano un presidio di libertà e partecipazione democratica, fondamento di una scuola che è funzione fondamentale dello Stato».

Rinnovo contratti statali, scuola: per Anief restano nodi da sciogliere

Non tutti sono però così ottimisti per quel che concerne lo sblocco dei contratti della scuola e il conseguente aumento degli stipendi.

Se da un lato l’aumento degli stipendi dei presidi di 400 euro sembra ormai assodato, più incerto sembra il destino dei dipendenti pubblici che, secondo l’Anief, potrebbero doversi accontentare di aumenti pari a 40 euro mensili. Pochi, se confrontati con la cifra pattuita nell’accordo stipulato tra le parti l’anno scorso, che si aggirava intorno agli 85 euro.

Resta inoltre il problema del bonus Renzi, di 80 euro, che molti docenti rischiano di perdere proprio a causa dell’incremento delle retribuzioni rendendo di fatto nullo il beneficio dello sblocco dei contratti.

Risposte, queste, alle quali sarà la contrattazione a dover dare delle risposte.

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