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Renzi: “Disponibile a togliere i capilista bloccati”. Ma Bersani non gli crede
martedì 11 aprile 2017, di
Matteo Renzi è pronto a votare una legge elettorale senza i capilista bloccati, ma per l’ex premier ora serve anche la convergenza delle altre forze politiche visto che il Partito Democratico è in minoranza nella commissione Affari Costituzionali del Senato.
Potrebbe arrivare presto la svolta decisiva per la nuova legge elettorale. Ospite del programma Porta a Porta, Matteo Renzi per la prima volta ha dichiarato in maniera esplicita la sua piena disponibilità nel togliere i capilista bloccati, che piacciono tanto ai partiti ma poco ai cittadini.
Come le agenzie di stampa hanno battuto la notizia dell’apertura di Renzi, immediata è arrivata la replica di Pier Luigi Bersani, con l’ex Pd che ha parlato di un cambiamento di vedute da ritenere poco probabile.
Scetticismo a parte, si apre ora un nuovo fronte di discussione sulla legge elettorale, con Matteo Renzi che con un’abile mossa ha messo tutti gli altri partiti spalle al muro, costringendoli ora a fare loro la prima mossa.
Matteo Renzi disponibile a togliere i capilista
Rompe il digiuno mediatico Matteo Renzi che, interrompendo il suo viaggio tra le varie città italiane per la sua campagna delle primarie Pd, torna nel salotto televisivo di Porta a Porta ospite di Bruno Vespa.
Tanti i temi toccati dall’ex premier nel suo intervento, ma il passaggio che subito ha fatto notizia è la disponibilità di Renzi a fare una nuova legge elettorale che non preveda i capilista bloccati.
Sono disponibile a togliere i capilista bloccati, non ho problema a mettere la faccia per prendere i voti, per il Referendum non sono bastati.
Una presa di posizione chiara ma anche impegnativa, con Renzi che quindi si espone in prima persona contro gli odiosi capilista bloccati. Un cambiamento di rotta questo che trova l’appoggio dei suoi avversari alle primarie, ma che non convince gli scissionisti.
Possiamo anche ipotizzare che ci sia una via di Damasco per cui Renzi cambi radicalmente, ma lo ritengo poco probabile. Immagino ci sia una prosecuzione di una linea.
Queste sono state le parole di Pier Luigi Bersani appena venuto a consocenza delle dichiarazioni di Renzi in merito ai capilista bloccati, che non crede quindi in una sconfessione di una delle parti chiave dell’Italicum, la legge elettorale voluta proprio dall’ex premier.
Quello di Matteo Renzi però potrebbe non essere un semplice cambio di opinione. Dietro infatti ci sarebbe una precisa strategia politica, volta a stanare gli altri partiti passando a loro la palla del dover proporre una nuova legge elettorale.
La strategia di Renzi
C’è un altro passaggio molto importante della ospitata di Matteo Renzi a Porta a Porta, che potrebbe far capire meglio quale sia la nuova strategia del Partito Democratico in tema di legge elettorale.
Io sono disponibile al Mattarellum, all’Italicum, alla proposta dei Cinque Stelle, di Forza Italia, della Lega. Posso chiedere di fare loro la proposta? Noi l’abbiamo fatta e ce l’hanno bocciata. Visto che Grillo, Berlusconi, Salvini e la sinistra radicale hanno eletto il presidente della Commissione al Senato, ci facciano una proposta e noi la votiamo.
Il ragionamento di Renzi è semplice. Il Partito Democratico finora è stato quello che proponeva, ma gli altri partiti hanno sempre bocciato tutte le ipotesi. Ora che in commissione Affari Costituzionali sono loro la maggioranza, tocca a loro esporsi e proporre.
Dichiarando poi la propria disponibilità a togliere i capolista bloccati, Renzi ha fatto una mossa molto astuta. Il Partito Democratico ora incrocia le braccia e attende le proposte dopo l’agguato in commissione al Senato.
Se gli altri partiti vogliono mantenere i capilista bloccati, ora sono loro che si devono assumere la responsabilità di proporlo al paese. Senza un Partito Democratico però che tiri le fila, c’è il rischio di uno stallo per quanto riguarda la nuova legge elettorale.
Strategie politiche a parte, resta il fatto che al momento il paese non ha una legge elettorale omogenea tra Camera e Senato. Una priorità questa che dovrebbe far leva sul buon senso dei nostri parlamentari, ma le logiche di partito sembrerebbero ancora avere la meglio rispetto alle necessità del paese.