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Rent to buy: rischi, manutenzione, regime fiscale e canone. Le risposte ai dubbi sull’affitto a riscatto dal Consiglio Nazionale del Notariato
lunedì 26 gennaio 2015, di
Rent to buy, di dubbi più frequenti per chi è interessato a questo tipo di contratto riguardano soprattutto i rischi, la manutenzione, il regime fiscale e il canone. A fornire qualche risposta, fortunatamente, ci ha pensato il Consiglio Nazionale del Notariato, attraverso un apposito convegno tenutosi pochi giorni fa a Milano. Frutto del lavoro dei notai è uno schema di contratto elaborato e dal quale prendere utili informazioni.
Che cos’è il rent to buy?
Per rent to buy (o affitto a riscatto) intendiamo quell’istituto previsto dall’articolo 23 del decreto legge 133 del 2014, che consente di prendere in locazione un immobile con la prospettiva di comprarlo a fine contratto, pagando mese per mese il prezzo. La legge prevede che le parti debbano definire in sede di stipula del contratto la quota del canone da destinare all’acquisto e che il proprietario di casa deve restituire se la controparte deciderà di non avvalersi del diritto di acquistare l’immobile entro il termine stabilito.
I rischi
Lo schema di contratto previsto dai notai accolla all’inquilino, fin dall’inizio del rapporto contrattuale, ogni rischio legato alla distruzione dell’immobile. Si prevede così l’obbligo di assicurare la casa contro gli incendi e altre calamità naturali a favore del proprietario.
Manutenzione ordinaria e straordinaria: a chi tocca?
La manutenzione ordinaria viene messa a carico dell’inquilino, mentre quella straordinaria spetta al proprietario. Se quest’ultimo non assolve ai suoi doveri, tuttavia, l’inquilino può farlo a sue spese, con diritto a essere rimborsato. Qualora, invece, l’inquilino apporti miglioramenti all’immobile ha diritto a essere indennizzato, ma solo se non eserciterà il diritto all’acquisto.
Canone: come funziona?
Il canone deve essere diviso in due: una parte è dovuta per il godimento dell’immobile, un’altra è imputata al prezzo di vendita. Il contratto deve prevedere anche il prezzo di vendita dell’immobile.
Regime fiscale
Si distingue l’imposta di registro per la parte di canone da imputare al corrispettivo per il godimento dell’immobile (2 per cento) e quella per il canone in contro prezzo di vendita (3 per cento), che può essere scalato dall’imposta di registro dovuta per la compravendita. Successivamente, si potrà richiedere l’applicazione delle agevolazioni fiscali previste per la prima casa.