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Rendimenti bond in gran salita: è questa la nuova realtà dell’obbligazionario?

mercoledì 14 settembre 2016, di Flavia Provenzani

I rendimenti dei titoli di stato high-grade sembrano finalmente aver inaugurato una fase di aumento, fattore che porta un certo sollievo agli investitori, ma che nel medio termine mette sotto pressione i governi.

Sulla scia di un nuovo sell-off sui mercati finanziari, i rendimenti del Tesoro degli Stati Uniti sono tornati ai massimi di giugno ad inizio settimana, mentre il rendimento del Bund a 10 anni è tornato in territorio positivo alla fine della scorsa settimana per la prima volta dal mese di giugno. Il rendimento sul BTP a 10 anni è all’1,28 per cento.

Anche il ritorno sui titoli di Stato giapponesi a 30 anni è salito velocemente, dando un rendimento intorno allo 0,5 per cento agli investitori, ben al di sopra dei minimi di giugno di circa lo 0,02 per cento.

I rendimenti obbligazionari sono stati mantenuti bassi per anni grazie alla politica della banche centrali. Ma le aspettative recenti per un possibile aumento dei tassi di interesse della Federal Reserve, così come per delle notizie deludenti da parte della Bank of Japan e BCE, hanno spinto al ribasso i prezzi delle obbligazioni, il che provoca un rialzo dei rispettivi rendimenti.

Abbiamo assistito ad un ulteriore aumento dell’inclinazione di diverse curve di rendimento, che di per sé non è necessariamente un segnale ribassista se la causa è un rialzo dell’inflazione e della crescita.
Tuttavia, non è questo il caso: la maggior parte dei recenti movimenti sono causati dalla Bank of Japan impegnata nel modificare la struttura dei suoi acquisti nel QE, in gran parte a causa di quanto poco ha funzionato il suo programma di acquisto di asset finora.

Buttiamoci dentro anche il recente commento (o mancanza di tale) da parte della BCE che mette in discussione la sostenibilità del programma di acquisto della banca centrale stessa e abbiamo un rialzo dei bond a lungo termine, sul quale nessuno è posizionato.

I rendimenti bassi sono stati a lungo una questione spinosa e urgente, in quanto spingono gli investitori a cercare altrove nel mondo dei mercati e a prendersi rischi maggiori.

Secondo Fitch Ratings, gli investitori sul mercato obbligazionario dei titoli di stanno hanno circa 500 miliardi di dollari in meno di entrate rispetto al 2011.

"La ricerca di rendimento spinge al basso i rendimenti per emittenti come i mercati emergenti e le società ad alto rendimento, con profili di credito più deboli",

commenta Robert Grossman, responsabile della ricerca del credito macro presso la Fitch Ratings.

Chi trae maggior vantaggio dai rendimenti obbligazionari bassi sono stati gli emittenti stessi, ovvero gli Stati. I governi hanno potuto prendere in prestito molto denaro a buon mercato per anni, in molti casi offrono obbligazioni con rendimenti negativi, il che significa che gli investitori pagano per prestare denaro agli emittenti.

Se i rendimenti dei titoli dovessero rimanere bassi, i governi potrebbero essere stimolati ad aumentare la spesa pubblica, con tutti i rischi del caso.

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