Home > Altro > Archivio > Regno Unito: referendum inevitabile. Munchau: a che serve l’Unione Europea?

Regno Unito: referendum inevitabile. Munchau: a che serve l’Unione Europea?

lunedì 28 gennaio 2013, di Federica Agostini

Wolfgang Münchau, noto commentatore del Financial Times che qualche tempo fa ha fatto molto discutere di sé per l’articolo "Mario Monti non è l’uomo giusto per guidare l’Italia", scrive un’altra pungente analisi che questa volta riguarda l’Unione Europea. La zona Euro, scrive Münchau, renderà l’UE sempre meno rilevante: perché il Regno Unito dovrebbe continuare a farne parte? E cosa accadrebbe se si creasse quell’area di commercio transatlantica con gli Stati Uniti?

 Dal Financial Times:

L’Euro e il commercio renderanno l’UE irrilevante

Oltre l’Eurozona, a che serve l’Unione Europea? Questa non è una domanda impertinente come sembra a prima vista, anzi in effetti è la domanda alla quale risponderanno gli inglesi se andranno a votare per il referendum sulla loro appartenenza all’UE.

Visto che il mantenimento dell’Eurozona è una delle principali preoccupazioni dell’Unione Europea, cosa significa questo per un paese come il Regno Unito?

Gli avvocati della membership con l’unione Europea portano avanti a spada tratta l’argomento mercato unico. Ma come ho detto altrove, ritengo che i benefici associati al mercato unico siano sopravvalutati. Tuttavia, pur non condividendo la mia opinione, si può lo stesso voler considerare le dinamiche.

Se l’elettorato Britannico dovesse votare NO nel 2017, ci vorrà almeno un anno prima che l’uscita del Regno Unito sia negoziata e almeno altri due prima che venga resa effettiva. Così, ci troveremmo nuovamente alla domanda iniziale: a che serve l’Unione Europea, al di là dell’Eurozona, dal 2020 in avanti?

Per allora, credo che l’importanza del mercato unico possa essere soggetta a pressioni da almeno due parti.

Mercato unico: la pressione dall’Eurozona

Prima, dall’Eurozona: la Cancelliera Angela Merkel ed il Presidente Francese, François Hollande, hanno raggiunto un accordo riguardo alla proposta di maggiore integrazione economica dell’Eurozona a partire dal prossimo maggio. Un progetto che riguarda il mercato del lavoro, la stabilità e la sicurezza sociale. In altre parole: l’Eurozona sta iniziando a sviluppare un mercato unico, all’interno di un mercato unico.

Come critico della risposta dell’Eurozona alla crisi, non credo nella possibilità di un mercato unico secessionista. L’attuale accordo per l’unione bancaria non ha tali poteri, ma in ultima analisi, l’Eurozona giungerà ad una unione bancaria che coprirà tutte le banche, inclusi poteri risolutivi, assicurazioni sui depositi - usurpando ciò che rimane dei servizi finanziari del mercato unico.

Mercato Unico: l’area transatlantica di scambi liberi

Poi c’è la seconda fonte di pressione, ed è fuori dall’Eurozona, dai sostenitori dell’area commerciale transatlantica. L’idea non è nuova, ma c’è stato qualche brusio di recente, perché Stati Uniti e Unione Europea sembrano entrambi essere appassionati allo sviluppo dell’idea.

La principale conseguenza di un’area per lo scambio libero sarebbe l’abbassamento delle tariffe. Tali tariffe, tanto per cominciare, non sono poi così alte. Ma una situazione del genere permetterebbe la libera circolazione nell’area di prodotti regolamentati da una giurisdizione, senza che vi siano ulteriori impedimenti regolatori.

Elaborare un trattato del genere, comunque, non sarebbe affatto facile. Non è chiaro, ad esempio, se gli Europei sarebbero d’accordo o meno con l’importazione di organismi OGM (di origine geneticamente modificata). Ma la carica geo-strategica ed economica per un mercato unico transatlantico è travolgente. Nel momento in cui molti si preoccupano circa la possibilità di un declino della regione Nord Atlantica, le due economie più grandi al mondo convergono insieme per creare, de facto, una singola zona economica, che copre circa il 50% dell’output economico mondiale.

Regno Unito: a che serve l’UE?

Anche se il Regno Unito si trovasse ormai al di fuori dell’Unione Europea, vorrebbe senza dubbio far parte di quest’area. Quindi si può escludere che questo si tagli automaticamente fuori dal commercio. Ad ogni modo, anche se quest’area economica transatlantica di scambio libero non arrivasse entro il 2020, il Regno Unito sarebbe ancora membro dell’Area Economica Europea (EEA).

L’obiezione a questo tipo di accordi nasce dalla percezione di una riduzione del potere politico. Se fai parte dell’Unione Europea, ma non della EEA, non hai diritto di voto sulle politiche per il mercato unico. Norvegia e Islanda devono accettare qualsiasi cosa venga decisa dall’Unione Europea.

Tutto ciò sarebbe certamente inaccettabile da parte del Regno Unito, ma in questo caso si sottovaluta il potere del Regno Unito nelle trattative sui termini per l’uscita. L’articolo 50 del Trattato dell’Unione Europea dice che è possibile che un paese decida di lasciare l’UE, ma lascia i dettagli alle parti in trattativa.

Facendo fronte al connubio tra sviluppi dell’unione economica dell’Eurozona e l’area di scambio libero transatlantica, i benefici di appartenenza all’Unione Europea perdono appetibilità, se molti di questi si trovano anche al di fuori dell’UE. Se un paese è assolutamente certo che non farà mai parte dell’Eurozona, allora ci sono veramente poche ragioni per le quali serva essere membri dell’Unione Europea.

Brexit: perché è un referendum inevitabile

Sono in parte d’accordo con quanti critichino David Cameron. Il primo ministro britannico è strato troppo ottimista riguardo alla possibilità di rinegoziare i Trattati. Il Regno Unito non è l’unico paese a poter indire un referendum. Credo che difficilmente l’elettorato francese possa rispondere Oui ad un referendum che esenti il Regno Unito dall’adempimento delle Politiche Agricole Comuni, ad esempio. Ma paradossalmente, Cameron avrebbe vita più facile a negoziare un’uscita che non per rimanere. In tal caso, infatti, non ci sarebbe bisogno di referendum negli altri paesi. E’ quest’asimmetria che potrebbe portare il Regno Unito fuori dall’UE.

Il referendum di Cameron è l’inevitabile conclusione di un processo iniziato 20 anni fa con la decisione del Regno Unito di non adottare l’Euro. L’aver rifiutato la moneta unica è la causa che finirà per portare il Regno Unito fuori dall’Unione Europea. Allora, la domanda logica che andrebbe posta al referendum, ma che forse non verrà mai chiesta, è: Vuoi entrare nell’Euro o lasciare l’Unione Europea? Ma credo che in qualsiasi modo si voglia porre la domanda, la risposta sarà sempre la stessa.

Traduzione a cura di:

Federica Agostini

Fonte - FinancialTimes

Euro and trade will make EU irrelevant

Un messaggio, un commento?

moderato a priori

Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Chi sei?
I tuoi messaggi

Questo form accetta scorciatoie di SPIP [->url] {{bold}} {italic} <quote> <code> e il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare un paragrafo lasciate semplicemente una riga vuota.