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Regno Unito: referendum anti Europa? Le ragioni e le correnti di pensiero
martedì 15 gennaio 2013, di
Agli inglesi dev’essere data la possibilità di scegliere il loro ruolo all’interno dell’Unione Europea anche se, personalmente, il premier britannico David Cameron preferirebbe vedere il Regno Unito vicino all’Europa, piuttosto che fuori.
Negli ultimi giorni si è acceso un polverone mediatico attorno al famigerato referendum britannico che vorrebbe rimettere al giudizio popolare il ruolo del Regno Unito nell’Europa, ma il cui risultato non può certo dirsi scontato, date le differenti correnti di pensiero che attraversano l’opinione pubblica britannica.
Cameron: sì al referendum, ma con moderazione
In un’intervista alla BBC, Cameron spiega che non si tratta di un ricatto dal Regno Unito all’Europa, ma "abbiamo tutti i diritti di chiedere un nuovo accordo". Inoltre, spiega Cameron, il referendum non è una possibilità che si potrà concretizzare nell’immediato, se mai nella prossima legislatura. Cameron afferma che non dev’esserci "paura di coinvolgere gli elettori nel dibattito sui destini d’Europa", ma una consultazione popolare di queste proporzioni potrebbe portare addirittura ad un "Brexit", ovvero il possibile addio all’UE da parte del Regno Unito, da tempo moderatamente europeista.
Pro o anti Europa? Le ragioni del referendum
Il punto di tale referendum riguarda la libertà nei confronti di Bruxelles in materia di politiche regionali, lavorative, sull’immigrazione e sulla giustizia. "C’è troppa interferenza da parte delle istituzioni comunitarie - ha detto Cameron - troppo ’bullismo’. Ci vuole elasticità sulla concessione di sovranità, la gente vuole potersi pronunciare di più. Non dobbiamo aver paura di coinvolgere gli elettori in un dibattito sui destini dell’Europa".
Regno Unito: le correnti di pensiero
Nei confronti dell’Europa e della possibilità di un referendum popolare, l’opinione pubblica britannica rispecchia in parte la tripartizione che in questo momento caratterizza la politica britannica, divisa in tre grandi categorie:
- gli Euroscettici che portano avanti la causa del "meglio fuori" dal 2011 e preferirebbero la totale indipendenza del Regno Unito dalle istituzioni Europee;
- gli Eurorealisti sembrano essere una maggioranza e tra loro spunta anche il Premier Cameron. Questa, infatti, è la fazione che preferirebbe una revisione dei negoziati e dei rapporti tra Londra e Bruxelles in materia di politiche lavorative, giustizia ecc.;
- gli Eurofili, spiega il britannico Financial Times, sono coloro che si definiscono pro-Europa anche se raramente difendono apertamente la causa (soprattutto gli uomini politici) per paura di essere impopolari.
Da sempre "Eurotiepido", Cameron sembra oggi essere vittima dell’ala più scettica del partito dei Tory, tanto che gli esponenti più filo-europeisti del suo schieramento si sono detti pronti a fare fronte comune con i laburisti, di cui condividono le posizioni in fatto di Europa.
Non è certamente la prima volta che sentiamo parlare di Brexit e il Regno Unito si troverà presto ad un bivio: accettare l’Europa o abbandonare la nave?