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RC auto in aumento, ma gli incidenti diminuiscono...come vengono determinate le tariffe?
giovedì 28 novembre 2013, di
Il mercato auto nel 2012 ha subito in tutta Europa un vero crollo. E nel 2013?
Secondo i dati diffusi dall’ACEA, l’Associazione dei costruttori europei, e ripresi dall’UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), la situazione registrata ad ottobre per quanto riguarda le immatricolazioni è positiva.
La situazione per l’UNRAE è la seguente:
"Il mercato dell’auto in Europa comincia a dare tangibili segni di ripresa grazie ai primi segnali di una stabilizzazione in Germania, che torna in attivo, in Francia e Spagna, positivi già dallo scorso mese, oltre alla Gran Bretagna, saldamente in territorio positivo da 20 mesi. In totale sono 22 i Paesi in crescita nel mese di ottobre; dei rimanenti 7 che esprimono ancora un calo e che rappresentano il 17% del mercato, il più grande è proprio l’Italia che pesa l’11% del totale EU27+Efta".
Secondo questi dati ACEA, ad ottobre 2013 sono state immatricolate nei 27 Paesi dell’UE e nei 3 dell’Efta 1.044.921 autovetture, in crescita del 4,6%. A chiusura dei 10 mesi dell’anno la flessione si ridimensiona ad un -3,1% con 10.385.061 unità.
Insomma, la situazione in Europa migliora, ma non in Italia, che ad ottobre segna, secondo il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, 110.841 immatricolazioni (-5,6%). In generale, il mercato italiano si avvia a chiudere un 2013 nero: poco meno di 1.300.000 unità vendute (più del 7% meno dello scorso anno). Siamo ai livelli del 1979.
Quali sono le ragioni del crollo del mercato auto? Le ha spiegate il Presidente dell’UNRAE, Jacques Bousquet, commentando la flessione del 19,9% del 2012 sul 2011:
"La crisi che sta attraversando il settore coniuga al suo interno sia aspetti congiunturali sia strutturali. Il generalizzato aumento della pressione fiscale e dei costi di gestione, in particolare, ha determinato, oltre al depauperamento delle risorse economiche degli automobilisti, una modifica nelle abitudini di consumo della mobilità. Gli italiani si sono trovati davanti alla necessità di ridurre l’uso dell’automobile, con conseguente calo delle percorrenze medie e dei consumi di carburante (in media oltre il 10% in meno per benzina e gasolio), pur continuando a sostenere spese più elevate proprio per il carburante, per l’assicurazione, il bollo".
Gli italiani usano meno l’auto per risparmiare e questo ha diverse conseguenze positive: dalla riduzione dell’inquinamento a quella degli incidenti. Secondo i dati Istat infatti nel 2012 gli incidenti stradali in Italia sono diminuiti del 9,2% rispetto al 2011 (i feriti del 9,3% e i morti del 5,4%).
In generale dal 2003 al 2012 le diminuzioni soni state di questa entità.
RC Auto: aumento inspiegabile?
In controtendenza si assiste ad un altro fenomeno: l’aumento delle Rc Auto, come mostra il grafico dell’Istat.
Uno studio recente Adusbef-Federconsumatori aveva messo in luce che nell’arco di neanche 20 anni, dal 1994 al 2012, i prezzi per le Rc Auto hanno subito incrementi da capogiro: +245% per gli autoveicoli e +480% per moto e motorini (il che ha incrementato anche le cifre dei veicoli non assicurati, che sono 4,5 milioni).
Il fenomeno è spiegato in numeri dai Presidenti Elio Lannutti, presidente di Adusbef, e Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori:
"In Italia la Rc Auto si mangia il 6,5% dello stipendio, il doppio della media Ocse e il triplo dell’Inghilterra. Prima della liberalizzazione tariffaria del 1994, sotto il regime dei prezzi amministrati, gli assicurati pagavano in media 700.000 lire, il controvalore di 361 euro per assicurare un’auto di media cilindrata fino a 1.800 Cc. Dodici anni dopo, nel 2006, il costo medio della stessa polizza per un auto di fascia media, non contando le punte estreme come la Campania, è lievitato a 868 euro, con un rincaro del 140,5 per cento, per passare a 1.250 euro nel 2012, con un aumento a 889 euro secchi (+190%) stimati nel 2013, a differenza di altri Paesi Ue, come Francia, Spagna e Germania, dove gli aumenti registrati negli stessi anni, non hanno mai superato la soglia dell’87%".
Elio Lannutti e Rosario Trefiletti aggiungono:
"C’è qualcosa di misterioso e inspiegabile nella determinazione dei costi delle polizze Rc Auto. A meno che non si ascriva tutto ciò ad una insopprimibile volontà di guadagno”.
Infatti, prosegue Federconsumatori:
"Nonostante i dati Istat confermino che nel 2011 si è ridotto il numero degli incidenti stradali, le assicurazioni sembrano far orecchie da mercante. Sarebbe logico assistere alla riduzione proporzionale delle tariffe delle Rc Auto e invece per queste polizze, non esiste né logica né onestà”.
Come intervenire? E’ il Governo a doverlo fare, per porre fine ad un "andamento scandaloso" e “per aumentare trasparenza e competitività del settore" perchè un livello di concorrenza insoddisfacente spesso si traduce in prezzi alti pagati dai consumatori, ignari delle dinamiche oscure che determinano queste tariffe.