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Putin accusa gli Stati Uniti di finanziare l’ISIS e ha ragione, ecco perché
mercoledì 25 novembre 2015, di
Putin, al G20 tenutosi ad Antalya, ha deliberatamente accusato 40 Stati di finanziare in qualche modo il terrorismo, sottolineando come anche alcuni Stati che siedevano al tavolo del summit fossero implicati in tali azioni. Gli Stati Uniti potrebbero rappresentare uno di questi Stati?
Putin: americani finanziano ribelli siriani legati all’ISIS
Putin ha sempre fortemente criticato gli Stati Uniti colpevoli, secondo il premier russo, di essere finanziatori dei ribelli islamici siriani (chesono molto legati all’ISIS e quindi in sostanza si sta finanziando anche quest’ultimo).
Gli Stati Uniti a loro volta, sembrano dare adito a tali critiche, sia per l’immobilismo mostrato fino ad ora nelle trattative per la stabilizzazione della situazione politica siriana, sia per aver accusato i russi di aver bombardato in passato postazioni dei ribelli siriani piuttosto che postazioni dello Stato Islamico.
Non è un mistero, in effetti, che gli Stati Uniti stiano tentando di fare di tutto per rovesciare il Governo di Assad cercando di imporre l’egemonia americana nei territori mediorentiali che permetterebbe agli USA una migliore influenza sulla produzione petrolifera.
USA: lanciati volantini per avvertire camionisti di petrolio ISIS dei bombardamenti
Secondo fonti provenienti dagli Stati Uniti stessi, gli USA, messi alle strette dai bombardamenti russi sui rifornimenti di petrolio dell’ISIS, sembra che stiano avvertendo i trasportatori di petrolio dello Stato Islamico dei bombardamenti in corso di avvenire.
Infatti, gli USA sembra che siano sempre stati reticenti nel bombardare i convogli di petrolio dell’ISIS poiché, con tale azione, si metterebbero a rischio le finanze dello Stato Islamico che rischierebbe di essere un alleato in meno nella lotta al Governo di Assad.
A questo punto, con Iran, Russia e Francia che stanno facendo sul serio nella lotta al terrorismo, gli Stati Uniti non possono far altro che aggiungersi alla lotta pur tuttavia dando una sorta di aiuto agli ex-alleati della lotta anti-Assad.
Ed è per questo, che gli Stati Uniti nei bombardamenti del 16 Novembre hanno lanciato dei volantini diretti ai camionisti dell’ISIS con scritto l’avvento dei bombardamenti (che effettivamente sono stati operati 45 minuti dopo).
In questo senso, la conferenza del colonnello Steve Warren relativa alle operazioni in Siria è quasi ironica. Il colonnello, nel commentare i volantini lanciati dagli aerei americani, ha spiegato che gli USA abbiano capito solo in un secondo momento che bombardare i rifornimenti di petrolio dell’ISIS poteva rivelarsi una mossa vincente.
Secondo l’ufficiale americano, inizialmente la strategia statunitense era quella di distruggere le infrastrutture petrolifere dell’ISIS piuttosto che i convogli di petrolio per poi rendersi conto che invece sarebbe stato più utile bombardare direttamente i camion di petrolio.
Secondo il colonnello però, l’atto di bombardare i camion pieni di petrolio dello Stato Islamico avrebbe potuto mettere a repentaglio la vita degli autisti che, secondo gli americani, non sono membri dello Stato Islamico ma semplici civili.
Ed è qui l’ironia della conferenza. In primo luogo, è difficile pensare che i camionisti dei convogli di petrolio dell’ISIS siano civili piuttosto che membri dello Stato Islamico.
In secondo luogo, è strano come gli americani possano avere a cuore le sorti di camionisti di petrolio visto che, libri di Storia alla mano, non sembra che abbiano avuto molto a cuore le sorti di bambini, donne o civili nelle varie guerre combattute.
Inoltre, suona strano che gli USA ci abbiano messo 13 mesi per capire che, bombardando i convogli di petrolio dell’ISIS, avrebbero messo in ginocchio l’economia dello Stato Islamico.
Oltretutto, gli USA si sono accorti di questo proprio in concomitanza dell’inizio dei bombardamenti russi che, invece, erano indirizzati proprio sui convogli di petrolio.
Coincidenze? forse. Tuttavia, le accuse rivolte da Putin agli Stati Uniti sembra che abbiano qualche fondo di verità.