Home > Altro > Archivio > Protezionismo: l’economia dell’Argentina sarà un esempio per Trump?

Protezionismo: l’economia dell’Argentina sarà un esempio per Trump?

lunedì 10 aprile 2017, di C. G.

L’Argentina ha provato ben prima di Trump ad imporre delle tariffe commerciali e il risultato di quel protezionismo non è stato dei migliori.

Per questo motivo molti stanno guardando al Paese latinoamericano come un esempio di ciò che potrebbe accadere negli USA con l’imposizione dei dazi e delle tariffe commerciali minacciate da Trump. L’argentina, insomma, potrebbe essere un pericoloso campanello d’allarme per il nuovo presidente degli Stati Uniti.

Donald Trump ha fatto del protezionismo uno degli elementi chiave della sua campagna elettorale e una volta vinta la competizione contro Hillary Clinton ha immediatamente dimostrato di non essersi dimenticato le promesse formulate. Il presidente ha più volte minacciato le aziende statunitensi di tornare a produrre entro i confini nazionali, mentre ha deciso con il passare del tempo di imporre pesanti tariffe sui beni importati dall’Europa, tra cui anche alcuni marchi italiani.

Le mosse di Trump hanno fatto eco a quanto già verificatosi in Argentina ma, come molti hanno fatto notare, l’imposizione di tariffe commerciali in quel caso non ha avuto i risultati sperati dalle autorità governative. Il protezionismo ha reso la popolazione ancor più povera e molti sperano che l’esempio dell’Argentina possa far riflettere attentamente Trump.

Argentina: il precedente che mette in guardia Trump

Nel 2011 l’allora presidente dell’Argentina Christina Fernandez de Kirchner ha imposto una tariffa del 35% su numerosi beni di importazione tra cui cellulari, computer e tablet, il tutto con l’obiettivo di proteggere l’industria manifatturiera del Paese. Le reazioni a questa decisione sono state molteplici ma gli effetti e le conseguenze hanno preso una forma omogenea.

Alcune compagnie tra cui Blackberry hanno reagito spostando posti di lavoro in Argentina, mentre altre società tra cui Apple hanno deciso di abbandonare il Paese. Il risultato? L’Argentina è diventata uno dei paesi più cari dove comprare iPhone e iPad. I negozi di telefonia hanno interrotto le vendite e gli unici modi per acquistare prodotti della mela morsicata sono diventati Internet e il mercato nero.

Per far fronte a queste tariffe commerciali, le stesse che ora Trump vuole imporre sui beni di importazione messicana, e per evitare di dover combattere inutilmente contro prezzi elevati, molti cittadini hanno iniziato a spostarsi dall’Argentina verso il Cile e anche verso gli USA per acquistare prodotti Apple.

Argentina oggi: le conseguenze del protezionismo

A sei anni dall’introduzione di quella politica commerciale, l’Argentina ha deciso di dare un taglio alle tariffe imposte. Il governo di Mauricio Macri ha deciso di eliminare quella tassa del 35% sui computer e sui tablet domenica scorsa complice anche il suo essere business-friendly. Trump seguirà questo esempio?

“Protezionismo, isolazionismo; l’unica cosa che hanno portato negli ultimi 30 anni è stato il consolidamento della povertà”,

ha affermato Macri in un’intervista alla Cnn. Da venerdì gli store in Argentina saranno nuovamente in grado di vendere iPhone per la prima volta dal 2011.

Il precedente dell’Argentina dovrebbe far riflettere anche l’attuale amministrazione Trump. Il governo ha scelto tra il desiderio di milioni di persone di comprare prodotti Apple e la protezione di un numero ristretto di lavoratori che hanno avuto bisogno di quelle tariffe commerciali per mantenere il proprio posto di lavoro. L’Argentina sta emergendo solo ora da una recessione causata in parte anche da queste politiche commerciali che hanno fatto decollare i prezzi riducendo il potere d’acquisto della popolazione.

“Il protezionismo non porta nessuna parte, ha affermato Daniel Artana, capo economista del Latin American Economic Research Institute il quale ha aggiunto come quelle politiche commerciali fatte di tariffe sulle importazioni abbiano contribuito a rendere l’Argentina tutto fuorché una storia di successo. Ecco perché, secondo alcuni, l’esempio argentino dovrebbe rappresentare un monito per Trump.

Comprare un iPhone 7 Plus in Argentina ha oggi un costo di $1.400, mentre negli USA quello stesso telefono viene comprato a $869. La differenza è determinata da numerosi fattori, tra cui, però, anche le tariffe commerciali. Stesso discorso vale per gli iPad: un Pro in Argentina costa $1.300 mentre negli USA circa $699. Nonostante le tariffe commerciali siano state abolite ci vorrà un po’ per la normalizzazione dei prezzi.

Gli USA di Trump e l’Argentina di Macri sono due economie piuttosto divergenti tra loro: la prima è una delle più aperte, la seconda è una delle più chiuse nei confronti del resto del mondo. Per gli esperti, però, i fondamentali sono gli stessi: se i prezzi salgono a soffrire sono sempre i consumatori.

Perché l’Argentina ha rimosso le tariffe?

La decisione argentina di rimuovere le tariffe sui beni importati arriva dopo l’incontro fra Trump e il presidente cinese Xi Jinping, in Florida. Il tycoon ha affermato di voler ridurre il deficit commerciale con la Cina e ha già minacciato di imporre tariffe commerciali. A ciò si aggiungano anche le incertezze relative ai rapporti tra USA e Messico che hanno portato il presidente dell’Argentina Macri ad un vero e proprio appello al Messico stesso: “rivolgetevi a noi!”.

È una grande opportunità per guardarsi intorno e per rivolgersi al Sudamerica, ha aggiunto Macri nell’intervista con la Cnn. Per il presidente è evidente come sia molto meglio mantenere e rafforzare i legami con gli altri Paesi. Insomma, l’Argentina e il suo protezionismo saranno un esempio per il presidente Trump?

Un messaggio, un commento?

moderato a priori

Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Chi sei?
I tuoi messaggi

Questo form accetta scorciatoie di SPIP [->url] {{bold}} {italic} <quote> <code> e il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare un paragrafo lasciate semplicemente una riga vuota.