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Prezzo del petrolio: settimana in positivo su accordo produzione, ma pesano le scorte USA

venerdì 19 febbraio 2016, di Flavia Provenzani

Il prezzo del petrolio è in ribasso venerdì ma è ancora in corsa per chiudere la settimana con il primo rialzo a febbraio. Nei giorni scorsi il prezzo del petrolio ha ricevuto forte sostegno dal piano coordinato di Arabia Saudita, Russia ed altri Paesi dell’OPEC per bloccare la produzione ai livelli gennaio, nel tentativo di spingere al rialzo il prezzo del petrolio.

Tuttavia, il report dell’AIE di giovedì sera ha mostrato che le scorte di greggio negli Stati Uniti sono aumentate ben oltre le aspettative del mercato, rinnovando così le preoccupazioni degli investitori sull’eccesso di offerta che affligge da un anno e mezzo il prezzo del petrolio.

Il prezzo del petrolio Brent è in calo di 35 centesimi a 33.93 dollari al barile, mentre il greggio WTI perde al momento 36 centesimi, scambiato a 30.41 dollari al barile.

Prezzo del petrolio: rialzo settimanale, piano coordinato su produzione

Il prezzo del petrolio ha segnato un rialzo di oltre il 14% durante la settimana che si avvicina alla sua conclusione grazie all’accordo sulla produzione di petrolio tra Russia e Arabia Saudita per un congelamento dei livelli di produzione all’outout record di questo gennaio.

Nonostante il ministro iraniano del petrolio, Bijan Zanganeh, abbia accolto i termini dell’accordo, non ha confermato una partecipazione all’intesa ed alcune fonti locali hanno riferito all’agenzia Reuters che un blocco della produzione non potrà mai essere abbastanza per riportare l’equilibrio sul mercato e sostenere un rialzo importante del prezzo del petrolio.

L’Arabia Saudita ha ribadito di non aver intenzione di tagliare la produzione di petrolio e di voler ancora proteggere la propria quota di mercato nell’industria petrolifera mondiale.

Prezzo del petrolio: aumentano le scorte negli USA

La Energy Information Administration (EIA) degli Stati Uniti ha dichiarato che le scorte di greggio statunitense sono aumentate di 2.1 milioni di barili in riferimento alla settimana scorsa.
Nelle sessioni precedenti il prezzo del petrolio aveva ricevuto sostegno dai dati pubblicati dall’American Petroleum Institute, secondo il quale le scorte di greggio erano diminuite inaspettatamente di 3,3 milioni di barili la scorsa settimana.

Il prezzo del petrolio è in discesa dai livelli record al di sopra dei 100 dollari al barile dalla seconda metà del 2014 a causa di un eccesso di offerta, crollo alimentato dal rifiuto dell’OPEC di tagliare la produzione per riportare il mercato in equilibrio e rialzare i prezzi.

L’Iran esportava circa 2.2 milioni di barili al giorno prima del 2012, anno in cui l’occidente ha imposto delle sanzioni a causa del programma nucleare sviluppato da Tehran, limitando la produzione a 1.1 milioni di barili.

La fine delle sanzioni è arrivata il mese scorso, permettendo così all’Iran di tornare sul mercato petrolifero e intrattenere rapporti commerciali con l’Unione Europea.

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