Home > Altro > Archivio > Poletti, altra uscita choc. Il M5S: “Parole che sono un calcio in faccia ai (…)
Poletti, altra uscita choc. Il M5S: “Parole che sono un calcio in faccia ai giovani...”
martedì 28 marzo 2017, di
Giuliano Poletti ci risiamo. Altra uscita choc del ministro del Lavoro, che durante un incontro con alcuni studenti di un istituto di Bologna ha spiegato come in questo momento sia quasi più facile trovare lavoro giocando a calcetto e instaurando un rapporto di fiducia col datore di lavoro che mandando curriculum.
Parole queste pronunciate da Giuliano Poletti che hanno subito fatto il giro del web, con il Movimento 5 Stelle che ha condannato duramente l’uscita del ministro del Lavoro in quanto poco rispettosa verso i tanti giovani italiani disoccupati.
Dopo le frasi sui cervelli in fuga all’estero che non sono tutti da rimpiangere e la poca utilità a volte delle lauree prese con il massimo dei voti ma in età avanzata, ecco che il ministro Poletti inciampa nuovamente parlando del delicato momento dei giovani e del lavoro.
In serata poi è arrivata la precisazione da parte del ministro, che ha spiegato come le parole dette fossero da contestualizzare con il tema dell’incontro con gli studenti che era quello dell’alternanza scuola-lavoro.
Giuliano Poletti e il calcetto meglio dei curriculum
Nell’ambito degli incontri con gli studenti per parlare del progetto dell’alternanza scuola-lavoro, il ministro Giuliano Poletti si è recato a Bologna presso l’istituto Manfredi Tanari.
Durante il vivace dibattito con gli studenti, Poletti ha spiegato come il progetto abbia molta importanza in quanto permetterebbe di creare un rapporto di fiducia con il datore di lavoro, in quanto a volte è meglio una partita di calcetto che mandare curriculum in giro.
Il rapporto di lavoro è prima di tutto un rapporto di fiducia. È per questo che lo si trova di più giocando a calcetto che mandando in giro dei curriculum. I rapporti che si instaurano nel percorso di alternanza fanno crescere il tasso di fiducia e quindi le opportunità lavorative.
Parole queste di Poletti che hanno immediatamente fatto il giro del web, provocando la dura reazione del Movimento 5 Stelle che è tornato ad attaccare il ministro del Lavoro come già accaduto negli scorsi mesi.
Un calcio in faccia ai molti giovani disoccupati: ormai è da cartellino rosso.
Ma la nota dei deputati del Movimento 5 Stelle non è stata l’unica reazione negativa. Anche Antonio Misiani del Pd ha giudicato discutibili le dichiarazioni del ministro, con Arturo Scotto dei Democratici Progressisti che tramite Twitter ha sottolineato come il lavoro non si conquisti con il calcetto.
Caro #Poletti, il lavoro non si conquista con il calcetto, anche perché tu da Ministro non hai dimostrato di essere #Maradona.
— Arturo Scotto (@Arturo_Scotto) 27 marzo 2017
In serata poi è arrivata la precisazione di Giuliano Poletti, con il ministro che ha parlato di frasi strumentalizzate e che non volevano sminuire i curriculum ma soltanto far capire l’importanza dei rapporti di fiducia nell’ambito lavorativo.
Vedo che si stanno strumentalizzando alcune frasi che ho pronunciato in occasione di un incontro con gli studenti di una scuola di Bologna per parlare di alternanza scuola-lavoro e che gli studenti hanno compreso e condiviso nel loro significato. Per questo voglio chiarire che non ho mai sminuito il valore del curriculum e della sua utilità. Ho sottolineato l’importanza di un rapporto di fiducia che può nascere e svilupparsi anche al di fuori del contesto scolastico. E quindi dell’utilità delle esperienze che si fanno anche fuori dalla scuola.
Precisazione a parte, ormai le parole di Poletti sono di nuovo al centro delle polemiche, con il ministro che non è nuovo a uscite controverse di questo tipo sul tema dei giovani e della loro ricerca di lavoro.
Le gaffe del ministro Poletti
Giuliano Poletti torna a far parlare di sé per una nuova uscita sul mondo del lavoro. Dopo la vicenda del Referendum sui Voucher che probabilmente non si farà visto l’intervento del governo in materia, sono ancora i giovani a rappresentare la proverbiale buccia di banana sulla quale il ministro è scivolato.
Fecero molto scalpore nei mesi passati le dichiarazioni di Poletti a riguardo dei cervelli in fuga, quando si soffermò sul fatto che alcuni dei giovani italiani andati all’estero sarebbe stato meglio non averli più tra i piedi.
Altra uscita poco felice fu quella su chi si laureava con 110 e lode a 28 anni, sottolineando come servisse a poco rispetto a chi riusciva a conseguire il titolo prima anche se con un voto finale più basso.
Anche qui Poletti fu oggetto dello scherno del web, con numerosi utenti dei social pronti a rinfacciare al ministro come lui avesse risolto il problema alla radice decidendo di non laurearsi affatto.
Ora questa nuova uscita sui curriculum che crea non poco imbarazzo in un governo di centrosinistra che, sul tema del lavoro giovanile, dimostra ancora una volta di non aver ben chiara la portata della criticità della situazione italiana.