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Pil Italia 2016 sorprende anche il Governo. Il fenomeno spiegato dall’Istat

mercoledì 1 marzo 2017, di C. G.

Pil Italia: Governo sorpreso. I dati Istat - Il Pil dell’Italia è cresciuto dello 0,9% nel 2016 e questo ha rappresentato l’incremento più significativo dal 2010 a questa parte. A stupire, più che la crescita in sé, è stato l’osservare un risultato inferiore alle stime del Governo (+0,8%) che in genere sono sempre ridimensionate dai dati reali.

Il report Istat appena pubblicato, non ha soltanto preso in considerazione la crescita del Pil italiano, ma anche la situazione di indebitamento delle amministrazioni pubbliche. Misurato in rapporto al Pil, l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche d’Italia ha segnato un -2,4%, mentre nel 2015 aveva segnato un più marcato -2,7%. L’avanzo primario misurato dall’Istat in rapporto al Pil, è stato pari all’1,5%.

Torniamo ora al Pil dell’Italia. La rilevazione Istat ha parlato di una cifra pari a 1.672.438 milioni di euro correnti e di un aumento, dunque, dell’1,6% rispetto al 2015. In volume il Pil italiano è invece cresciuto di 0,9 punti percentuali e il dato si confronta con il +1,9% in Germania, con il +1,8% del Regno Unito, con il +1,6% degli USA e con l’1,1% della Francia. Ecco di seguito tutti i dettagli del report Istat relativo al Pil e dunque alla crescita italiana.

Pil Italia: i dettagli del report Istat

Scendendo nel dettaglio del report Istat si può osservare come, in termini di volume e sul fronte domanda interna, siano aumentati dell’1,2% i consumi finali nazionali, mentre gli investimenti fissi lordi abbiano subito un balzo in avanti del 2,9%. Passando alla componente estera, il report Istat ha segnalato un aumento sia dell’import che dell’export, rispettivamente del 2,9% e del 2,4%. La crescita del Pil italiano è stata determinata soprattutto dalla domanda interna che ha contribuito all’1,4%, mentre la domanda estera ha influito con -0,1 punti percentuali.

Scendendo nel dettaglio dei settori in cui il Pil ha segnato incrementi maggiori, si segnala in primo luogo l’aumento dell’1,3% in volume nell’industria in senso stretto e dello 0,6% nelle attività dei servizi. Nell’agricoltura, invece, il valore aggiunto è sceso dello 0,7% mentre nelle costruzioni ha segnato una flessione dello 0,1%.

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