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Pietre d’inciampo rubate a Roma, così la Capitale celebra la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo

lunedì 10 dicembre 2018, di Elisabetta Scuncio Carnevale

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Settant’anni fa l’Assemblea generale delle Nazioni Unite lo ricordava, approvando la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

Una risposta all’orrore della seconda guerra mondiale, alle violenze e ai diritti negati, al genocidio di vite umane. Era il 10 dicembre 1948. Oggi, a distanza di settant’anni, nelle stesse ore in cui si celebra questo anniversario, c’è chi sembra averlo dimenticato.

Trafugate le pietre d’inciampo in memoria della Shoah

Nella scorsa notte, nel quartiere Monti, sono state rubate venti pietre d’inciampo dedicate alle vittime dell’Olocausto.

A denunciare la vicenda è stata Adachiara Zevi, presidente dell’Associazione culturale Arte e Memoria e curatrice del progetto Pietre d’inciampo a Roma. Zevi, già vittima di minacce, ha parlato di un

“attacco inaudito di fascismo e di antisemitismo fatto da gente che non scherza”.

A legittimare questi atti sarebbe lo stesso Governo, ha aggiunto: “che aizza all’odio per il diverso”.

L’episodio è avvenuto nelle stesse ore in cui si celebra l’anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Questa mattina, proprio il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, su Facebook, aveva voluto rendere omaggio all’importante documento:

“un testo sobrio, composto di trenta articoli che pongono al centro la persona, la sua dignità e la sua libertà, contro ogni forma di discriminazione e di ingiustizia,”

aveva scritto, sottolineando come questo documento ha “sempre ispirato l’azione di Governo”.

Nella Capitale fino ad oggi sono state collocate circa 200 Pietre d’inciampo, realizzate dall’artista tedesco Gunter Demnig, questa pavimentazione ricorda la persecuzione subita dagli ebrei durante la seconda guerra mondiale e cita i nomi di uomini e donne deportati dai nazisti. Quelle divelte e rubate erano in memoria dei membri della famiglia Di Consiglio.

“Inaccettabile il furto di 20 pietre d’inciampo, realizzate in memoria dei cittadini ebrei deportati nei campi di concentramento, nel rione Monti. Un gesto che condanno con forza e profonda indignazione. La memoria esige rispetto”,

il tweet della sindaca di Roma Virginia Raggi.

Intanto, la Procura ha aperto un fascicolo. Il reato contestato è furto aggravato dall’odio razziale.

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