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Pensioni parlamentari, da parte loro nessun contributo di solidarietà
giovedì 5 dicembre 2013, di
Di pensioni dei parlamentari e contributo di solidarietà vi abbiamo parlato proprio recentemente, per segnalarvi che la celebre bocciatura della Corte Costituzionale sul taglio alle pensioni d’oro aveva, di fatto, comportato anche per loro non solo l’immediata sospensione di qualsiasi prelievo sul lauto assegno pensionistico, ma anche l’obbligo, da parte dello Stato, di restituire fino all’ultimo centesimo sottratto.
Contributo di solidarietà: il Governo ci riprova
Tuttavia, proprio in questi giorni il Governo ha deciso di riprovarci: a rischiare, stavolta, sono le pensioni superiori 12 volte il minimo INPS (equivalenti a 90.168 euro lordi all’anno) che saranno sforbiciate del 6%, quelle superiori a 20 volte il minimo (128.811 euro) del 12% e, infine, per quelle superiori a 30 volte il minimo INPS il taglio ammonterà al 18%. Misure addirittura superiori, quindi, a quelle finite sotto la mannaia della Corte Costituzionale lo scorso 5 giugno, e che riguarderanno una platea molto più ampia di (involontari) contributori: stando ai dati del dipartimento Finanze, infatti, gli interessati sono 10 volte di più, arrivando a circa 32 mila persone.
La questione della Costituzionalità
Riuscirà stavolta il contributo di solidarietà a convincere la Consulta della sua legittimità? I dubbi in merito sono tanti, anche perché i giudici costituzionali sono già stati molto chiari: le pensioni non possono subire trattamenti diversi rispetto ad altri tipi di redditi. Quindi, il problema non fu solo l’introduzione del contributo di solidarietà previsto dal dl 98 del 2011, con le sue tre fasce di prelievo per le pensioni che superavano i 90mila euro lordi all’anno (5% oltre i 90 mila euro lordi, 10% oltre i 150 mila euro lordi, 15% oltre i 200 mila euro lordi), ma la successiva nascita del contributo di solidarietà del 3% per i redditi sopra i 300 mila euro. Perché i pensionati, seppur d’oro, avrebbero dovuto soggiacere a tagli più imponenti di quelli imposti a redditi non pensionistici? La risposta arrivò direttamente con la bocciatura della Consulta.
E i vitalizi degli ex parlamentari?
Ma, questione di legittimità costituzionale a parte, in questi giorni è emersa una curiosa dimenticanza da parte dell’esecutivo. Nel pur attento tentativo di drenare risorse dalle pensioni d’oro, sono incredibilmente sfuggite alle cesoie governative proprio le pensioni degli ex parlamentari. Ad ammetterlo è stato direttamente il viceministro all’Economia e parlamentare del Partito democratico, Stefano Fassina, che ha addebitato la mancanza a una semplice svista. E’ stato quindi promesso un apposito emendamento per risolvere la questione, che rischia di costituire un grave precedente in materia di equità. Eppure le polemiche non sembrano destinate a placarsi nel breve periodo: da più parti si insinua che l’intero dispositivo sul contributo di solidarietà sia semplicemente improntato a un’evidente demagogia, nella consapevolezza che sarà poi la Consulta a porre la parola fine sul provvedimento.