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Contributo di solidarietà sugli ex parlamentari addio, in arrivo anche i rimborsi

giovedì 21 novembre 2013, di Valentina Brazioli

Definitivo addio al contributo di solidarietà a carico degli ex parlamentari. Certo, che la solidarietà con i nostri politici c’entrasse poco o niente era già opinione condivisa da molti, quello che non tutti sapevano, però, è che la famosa (e contestatissima) sentenza della Consulta dello scorso giugno, che ha di fatto abolito il contributo di solidarietà previsto da parte di chi percepiva una pensione d’oro, riguarda anche gli ex parlamentari, che adesso si vedranno riconosciuta la restituzione di quanto prelevato.

Il contributo di solidarietà e la Corte Costituzionale

La storia è nota ai più ma la riassumiamo brevemente: il contributo di solidarietà di cui parliamo nasce tra il 2010 e il 2011, ed era richiesto alle pensioni che superavano i 90mila euro lordi all’anno, nello specifico: 5% oltre i 90 mila euro lordi e 10% oltre i 150 mila euro lordi. Pensioni imponenti, quindi, e che, secondo le accuse di vari esponenti politici, spesso e volentieri non derivano da contributi effettivamente versati, ma dalle storture del precedente sistema pensionistico retributivo. Come che sia, ciò che conta è che la suprema Corte è intervenuta a gamba tesa infrangendo i sogni di gloria di chi puntava a un minimo di solidarietà contributiva proprio da chi, da parte dello Stato italiano, ha già ricevuto parecchio: infatti, con la sentenza 116/2013 depositata il 5 giugno 2013, la Consulta ha definito il prelievo illegittimo, quindi i soldi trattenuti vanno restituiti ai pensionati d’oro. La motivazione addotta era in realtà semplice: nello stabilire un certo tipo di prelievo fiscale, non si può distinguere tra tipologie di reddito per penalizzare alcuni o premiare altri. Amen.

Il caso degli ex parlamentari e dei loro vitalizi

Il rimborso spetterà quindi anche agli ex parlamentari, come si può leggere direttamente dai verbali dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati che ha avuto luogo lo scorso 30 luglio:

Conseguentemente, a seguito della suddetta sentenza, non si procederà più ad applicare il contributo di perequazione agli assegni vitalizi dei deputati cessati dal mandato, essendo venuto meno ogni titolo. Si procederà, inoltre, al rimborso delle trattenute finora operate, secondo modalità che saranno successivamente definite.

Sulla questione, interpellato proprio in questi giorni dal quotidiano Libero, il questore della Camera Stefano Dambruoso ha ammesso:

Io pensavo che i vitalizi fossero qualcosa di diverso e speciale, ma i pareri raccolti dagli uffici sono stati univoci: quel contributo prelevato ai 250 ex parlamentari va sospeso e bisogna restituire anche quanto trattenuto fin qui.

Mancherebbe, però, la delibera sulla sospensione del prelievo, che comunque, rassicura il Questore, arriverà a breve.Nessun pericolo all’orizzonte, quindi, per i più di 2000 ex parlamentari (tra deputati e senatori cessati dalla carica) che continuano a intascare il vitalizio (senza contare, inoltre, tutti i trattamenti di reversibilità erogati ai familiari dei parlamentari deceduti).

Il cammino del Commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, che proprio oggi ha lanciato la sua sfida alle pensioni d’oro e d’argento, appare quindi decisamente in salita.

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