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Coronavirus, arriva il “paziente virtuale”: stop ai test sugli animali

mercoledì 27 maggio 2020, di Marta Tedesco

Grande passo avanti per la ricerca in Italia: arriva il paziente virtuale, un software che potrebbe evitare i test sugli animali garantendo però una grande accelerazione alla ricerca senza trascurare l’affidabilità dei risultati, evitando l’uso di cavie.

Il software è frutto del lavoro di un team di ricercatori dell’Università di Catania, il cui obiettivo ultimo adesso è quello di presentare entro l’autunno all’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) un dossier riguardo ai risultati raggiunti.

Test sugli animali: cos’è il paziente virtuale

Si chiama UISS (Universal Immune System Simulator) il software sperimentato per simulare non solo le dinamiche dell’infezione da coronavirus ma anche per prevedere gli effetti di alcuni farmaci e vaccini. Ne hanno parlato Francesco Pappalardo e Giulia Russo, esperti di Informatica del dipartimento di Scienze del Farmaco, che hanno elaborato il paziente virtuale.

I due ricercatori e il team di esperti di cui fanno parte hanno ora come ulteriore obiettivo quello di “fornire evidenza alle autorità regolatorie per evitare del tutto cavie animali ” nell’ambito della ricerca (dichiarazioni riprese da ANSA). Gli studiosi hanno sottolineato che questo progetto, da inviare all’EMA, coinvolge anche Marco Viceconti dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, che è uno dei principali studiosi dell’in silico trial nel mondo.

Prima delle simulazioni sul nuovo coronavirus, i ricercatori di Catania avevano già sperimentato il paziente virtuale sulla tubercolosi, rispetto alla quale è stato promosso il primo test in silico in Europa, e su alcune malattie autoimmuni, in particolare la sclerosi multipla. Il paziente virtuale può essere considerato una novità in Europa poiché l’unico precedente è l’autorizzazione di un software per la simulazione dei test sul diabete da parte della Food and Drug Administration (FDA), ovvero l’agenzia americana per il controllo sui farmaci.

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Anche l’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA), attraverso le parole del presidente Carla Conti ha subito mostrato grande soddisfazione per questo grande passo avanti della ricerca. Un piccolo passo verso la fine della sperimentazione animale, tema moltyo caldo nel lungo dibattito animalista e scientifico.

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