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Partite IVA e nuovi minimi: novità 2015 dopo il Milleproroghe
giovedì 19 febbraio 2015, di
Dopo la figuraccia del Governo sulle Partite IVA, arriva il dietrofront, seppur parziale.
La mobilitazione sui social dell’Acta, l’associazione dei freelance ha avuto i suoi frutti, soprattutto l’hashtag #refurtIVA.
Tuttavia non è tempo di cantar vittoria, perché #orainizialaPartita.
Ma procediamo con ordine. Cosa ha stabilito il Milleproroghe?
Partite IVA e nuovi minimi: le novità 2015
- Contributi Gestione Separata 2015: aliquota al 27,72%, anziché al 30,72%, ma destinata a crescere progressivamente. Le risorse finanziarie per coprire la spesa (si parla di circa 120 milioni per ogni anno del triennio 2015-2017) saranno reperiti attraverso il calo della spesa del Fondo per interventi strutturali di politica economica. Nei prossimi anni le aliquote saranno pari a:
– 28,72% nel 2016;
– 29,72% nel 2017. - Regime dei minimi: il vecchio regime (2011) è stato prorogato per tutto il 2015, così i titolari di partita IVA con guadagni fino a 30.000 potranno scegliere (e la scelta appare piuttosto ovvia) tra il vecchio regime al 5% (con il limite fino a 5 anni dall’inizio dell’attività o fino a 35 anni d’età) e il nuovo regime dei minimi al 15%. Tuttavia l’Acta, sulla scia di quanto scritto da alcune fonti autorevoli, come la Repubblica, solleva il problema di un triplice regime:
– regime 2015: rivolto a tutti sino a un fatturato massimo di 15.000 euro; costi stimati al 22%, aliquota del 15%:
– regime 2011: per chi ha avviato l’attività per i primi 5 anni di attività o sino all’età di 35 anni, limite di fatturato 30.000 euro e aliquota del 5%;
– regime 2007: per tutti sino a 30.000 euro di fatturato, con aliquota del 20%)
Nel Cdm di domani si conosceranno maggiori particolari.
La riforma Fornero
Perché #orainizialaPartita? Come si legge nel comunicato dell’Acta,
"Nei prossimi mesi sarà necessario intervenire per eliminare ciò che per la terza volta è stato solo rinviato: la spada di Damocle dell’aumento contributivo deciso con la Legge Fornero. E ci aspettiamo di poter finalmente iniziare a lavorare per una risistemazione strutturale di fisco e previdenza e per la costruzione di un nuovo welfare per quella che rappresenta la parte più dinamica e innovativa del lavoro di oggi, in Italia come all’estero. Un fisco più leggero, soprattutto per i redditi più bassi, e che non scoraggi la crescita per la paura di uscire dal regime di vantaggio. Una revisione del sistema degli anticipi e dei costi detraibili, da adeguare a chi ha come spese principali trasferte e formazione e non macchinari e capannoni. Un sistema pensionistico contributivo da rivedere affinché possa assicurare una pensione adeguata senza ricorrere ad aumenti contributivi insostenibili. Un welfare che assicuri almeno alcune tutele di base, nelle situazioni di malattia lunga e incompatibile con il lavoro e di disoccupazione. Un lavoro difficile, ma che non può più essere rinviato".