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Partita Iva e gestione separata INPS 2015: tutti i rischi che si prospettano per il prossimo anno
sabato 20 dicembre 2014, di
Aprire una partita IVA è diventato sempre più caro e soprattutto sempre meno conveniente per professionisti e imprese. Nel 2015 la situazione rischia di peggiorare ulteriormente, non solo a causa dell’aumento della tassazione sul regime dei minimi, che passerà dal 5% al 15% (per saperne di più sulla riforma del regime dei minimi, leggere qui), ma anche per i rincari previsti della Gestione separata dell’INPS, che passerà dall’attuale 27% fino al 33% del reddito (l’aumento progressivo a quattro anni è stato stabilito dalla Riforma del Lavoro di Elsa Fornero).
A questo punto, aprendo una partita IVA nel 2015, si rischia di andare incontro a un vero e proprio salasso, ma c’è di più, perché secondo Acta il rischio reale è quello di far proliferare l’illegalità e pratiche poco ortodosse.
Gestione Separata INPS: cosa si prospetta nel 2015?
Le prospettive non sono per niente incoraggianti. L’altissimo peso fiscale e i rincari sulle aliquote previdenziali a carico dei lavoratori autonomi, secondo l’Associazione dei Consulenti del Terziario Avanzato), porterà molti freelance a chiudere la propria partita IVA per evitare di lavorare gratis o rimanere in bancarotta (ricordiamo che in questo caso non c’è neanche nessun ammortizzatore sociale a far da paracadute.
Altro rischio concreto, a parere di Acta, è quello che molti lavoratori autonomi decidano di lavorare in nero per scongiurare il salasso in arrivo.
Infine, c’è anche una terza opzione: le partite IVA potrebbero fuggire dalla Gestione Separata Inps, cioè dalla cassa previdenziale cui sono obbligati ad aderire tutti i lavoratori autonomi, considerati "atipici", che non hanno un ordine professionale di pertinenza.
I liberi professionisti hanno lanciato su Twitter l’hashtag #siamorotti, che unifica la protesta di tutti coloro che dovranno subire l’aumento dei contributi. Nel momento Acta ha dichiarato al Corriere della Sera:
“Da freelance ci trasformiamo in commercianti della conoscenza. O in artigiani della conoscenza”.
Ricordiamo infatti che l’aliquota dei commercianti è pari al 23%. Gli aumenti decisi dal Governo Renzi sono in generale considerati ingiusti, soprattutto in virtù del fatto che la Gestione Separata Inps ha un attivo di 8 miliardi di euro. Appare dunque incomprensibile il motivo per il quale le partite IVA debbano versare un terzo dei loro guadagni in contributi, senza che questi servano peraltro per una futura pensione.
