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Ottava salvaguardia, pensioni novità: il piano del Governo per gli esodati
venerdì 30 settembre 2016, di
L’ottava salvaguardia era scomparsa dai radar e da tempo gli esodati non ne sentivano parlare e non sapevano in che modo andare in pensione. Questa dovrebbe essere l’ultima salvaguardia e in questo modo si dovrebbe chiudere il problema degli esodati. I fondi, come per tutte le manovre della riforma delle pensioni, sono il vero scoglio per l’approvazione.
La Legge di bilancio quest’anno ha notevoli problemi a reperire i fondi e le finanze per gli esodati potrebbero essere sacrificate per altri punti di maggiore importanza.
La Legge di bilancio per quest’anno si aggirerà intorno ai 22-23 miliardi e sarà una Legge “light”, come la definisce il presidente della Commissione Bilancio alla Camera Francesco Boccia. In essa dovranno rientrare le manovre per la soluzione definitiva per gli esodati, la riforma delle pensioni e per scongiurare l’aumento dell’Iva.
L’ottava salvaguardia sembra che sarà la soluzione su cui punterà il Governo, ma ancora nulla è sicuro dal momento che mancano 10 miliardi di fondi per la Legge di Bilancio. Damiano però rassicura la platea di lavoratori: i fondi sono presenti e non ci saranno problemi con la sua proposta.
Alla Legge di bilancio mancano però non pochi miliardi e i soldi in questione non è chiaro da dove verranno reperiti, dal momento che il Governo non ha previsto un aumento delle tasse.
Vediamo come si muoverà il Governo per la questione degli esodati e in che modo proverà ad inserire l’ottava salvaguardia nella Legge di bilancio.
Ottava salvaguardia, pensione: apertura del Governo verso gli esodati
Negli ultimi giorni il Governo sembra aver ripreso in considerazione la possibilità di attuare una nuova salvaguardia. Infatti mediante questa manovra si potrebbe chiudere definitivamente la questione degli esodati e risolvere finalmente un problema che dura da anni.
I fondi però non è chiaro che se saranno sufficienti, dal momento che non si vuole procedere con l’aumento delle tasse.
A riaprire la questione dell’ottava salvaguardia è stato lo stesso Nannicini, che in un’intervista a Radio Anch’io ha detto:
C’è un confronto aperto: tutte le risorse stanziate nel fondo vanno monitorate per poi essere reinvestite su quelle platee. Alla fine del confronto, la legge di Bilancio tirerà le fila e senz’altro ci sarà un intervento che usa le risorse che ci sono per andare incontro a quelle platee.
Chiarisce inoltre che prima di fare promesse che poi non potranno essere mantenute si devono vedere bene i fondi e capire le platee che potranno accedere. Il nodo esodati potrebbe infatti risolversi in due momenti differenti.
Ben 15 mila lavoratori potrebbero rimanere esclusi dalla manovra e dover attendere ancora prima di andare in pensione.
I soldi stanziati si aggirano intorno agli 11 miliardi e sembra che saranno sufficienti a mandare in pensione i 172 mila esodati, che ancora non hanno ottenuto la pensione.
A Palazzo Chigi è stata quindi autorizzata la spesa dei soldi che non sono ancora stati utilizzati, ma che sono comunque stati stanziati.
Per questi esodati si potrebbe andare in pensione basandosi sulle norme vigenti prima della Legge Fornero, in modo da risolvere la questione in maniera definitiva.
Ottava salvaguardia, pensione: pressing di Damiano per la questione esodati
Non solo i sindacati chiedono che sia risolta al più presto la questione, ma anche Cesare Damiano continua la sua lotta. Infatti ha messo in luce come con il piano che è stato ideato la manovra sia a costo zero per lo Stato.
Anzi si riuscirebbe addirittura a risparmiare un miliardo, che potrebbe poi essere utilizzato dal Governo per altre manovre.
I soldi per gli esodati sono infatti già stati stanziati e grazie ai risparmi delle scorse salvaguardie si riuscirebbe a far entrare nella manovra anche gli ultimi lavoratori. La proposta di Damiano prevede di mandare in pensione i lavoratori in mobilità per gli accordi precedenti al 31 dicembre 2011.
Coloro che entro 36 mesi avessero maturato i requisiti per andare in pensione, requisiti precedenti alla Legge Fornero, potranno rientrare nell’ottava salvaguardia.
L’opzione ancora sul tavolo è però quella che i lavoratori esodati rientrino nell’Ape social e che possano andare in pensione grazie agli sgravi fiscali. Dalle ultime parole del Premier Renzi però dovranno comunque pagare un 1% per l’uscita anticipata e la pensione risentirà comunque del prestito effettuato dalle banche.