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Pensioni esodati: slitta ottava salvaguardia? Ecco le posizioni di sindacati e governo

domenica 18 settembre 2016, di Chiara Troncarelli

Pensioni, ultime novità: continua in questi giorni il confronto tra sindacati e governo per arrivare alla tanto attesa riforma delle pensioni.

Manca poco ormai e i nodi centrali della riforma pensioni quali la pensione anticipata, Ape, Quota 41, lavoratori precoci e lavori usuranti saranno finalmente definiti senza però trascurare anche gli esodati.

La possibilità di una ottava salvaguardia per gli esodati è uno dei temi che i sindacati non vogliono trascurare e stanno cercando di portare avanti nei tavoli di confronto con il governo.

Adesso che i lavori sulla riforma pensioni sono entrati nel vivo però sembra esserci un rallentamento sugli esodati: il disegno di legge sull’ottava salvaguardia infatti doveva essere esaminato in Commissione Lavoro alla Camera dopo la pausa estiva, ma l’esame sull’ottava salvaguardia per gli esodati sembra essere slittato a fine mese.

L’intenzione del governo è di cercare di capire quanto costi davvero l’attuazione dell’ottava salvaguardia, fortemente voluta dai sindacati Cgil, Cisl e Uil e da Cesare Damiano che ha sempre sostenuto la realizzazione dell’ottava salvaguardia a favore degli esodati anche da un punto di vista economico.

Finora infatti sono state sette le salvaguardie che il governo ha autorizzato per consentire ai lavoratori esodati di poter accedere alla pensione. Adesso però la possibilità di una ottava salvaguardia sembra essere in salita.

Ma vediamo tutti gli ultimi aggiornamenti sulla riforma pensioni, in particolare sull’ottava salvaguardia esodati.

Pensione esodati: cosa chiedono i sindacati?

I sindacati nazionali Cgil, Cisl e Uil sono compatti nel chiedere una nuova salvaguardia per gli esodati. Nel caso si arrivasse a un accordo con il governo si tratterebbe dell’ottava salvaguardia a favore di circa 30 mila lavoratori che potrebbero andare finalmente in pensione.

L’intenzione dei sindacati è di concludere definitivamente la questione esodati con l’ottava salvaguardia: se si raggiungesse l’accordo con il governo infatti si consentirebbe a tali lavoratori di andare in pensione senza dover subire discriminazioni.

I motivi che spingono i sindacati a insistere sull’ottava salvaguardia dipendono dalla particolare condizione in cui si ritroverebbero gli esodati: non potrebbero usufruire nè dell’Ape, l’anticipo pensionistico al centro della riforma pensioni del governo Renzi, perchè non raggiungono i 63 anni di età, nè potrebbere andare subito in pensione secondo le regole della Legge Fornero.

Per questo i sindacati sarebbero disposti ad accettare la riforma pensioni del governo solamente a condizione che l’ottava salvaguardia ci sia e includa gli ultimi 30 mila esodati.

Pensione esodati: perchè il governo dice no all’ottava salvaguardia?

Il governo in realtà sembra non essere sulla stessa lunghezza d’onda dei sindacati nonostante le risorse a disposizione per coprire l’ottava salvaguardia ci siano come ha sottolineato Cesare Damiano: "con gli ultimi 30mila salvaguardati, il totale salirebbe a 160mila, sotto i 172mila previsti".

Più che autorizzare l’ottava salvaguardia il governo vorrebbe studiare una misura che consenta di estendere anche agli esodati l’Ape a fronte di una penalizzazione sull’importo della pensione.

In realtà se davvero non si dovesse arrivare ad un accordo che permetta ai lavoratori di beneficiare di tale possibilità, resterebbero fuori dalla riforma pensioni tantissimi lavoratori non in linea con i requisiti previsti dalla vigente normativa: lavoratori in mobilità e lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria che andrebbere in pensione solamente a dicembre 2019.

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