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Oro: 3 ragioni per credere che stupirà ancora nel 2016
sabato 12 marzo 2016, di
L’oro ha vissuto il miglior inizio d’anno dal 1974, grazie al boom della domanda degli investitori istituzionali che negli ultimi 3/4 anni avevano voltato le spalle al metallo giallo per inseguire rendimenti molto più allettanti su asset come le azioni e i bond. Da quando è aumentata l’incertezza sul futuro dell’economia globale - complice la frenata della Cina, il rischio deflazione per l’Europa e l’indecisione della FED sulle prossime mosse di politica monetaria – il metallo prezioso ha messo il turbo, spingendosi fino ai 1.280$ l’oncia dai poco meno 1.060$ di fine anno scorso. In meno di tre mesi l’oro è riuscito a guadagnare il 20%. Rally pronto a giungere al capolinea o siamo solo all’inizio di una lunga festa? La sensazione è che l’oro stupirà ancora per almeno 3 ragioni.
1) Politica monetaria scriteriata delle banche centrali.
Le principali banche centrali mondiali, dopo il crack di Lehman Brothers di fine 2008 e lo scoppio della bolla dei mutui subprime prima e dei debiti sovrani europei poi, hanno iniettato migliaia e migliaia di miliardi di dollari nel sistema economico e finanziario, cercando di fornire stimoli al credito e all’economia. Sono stati lanciati QE mastodontici e i tassi sono stati azzerati, o addirittura portati su valori negativi. La situazione appare insostenibile nel lungo periodo e c’è il concreto rischio che gli investitori perdano completamente fiducia nelle banche centrali, rifugiandosi in hard asset come l’oro.
2) Tassi negativi favoriranno i beni fisici.
Il fatto che molte banche centrali stiano utilizzando la leva dei tassi negativi per stimolare l’inflazione, sempre più a zero o addirittura negativa nella maggior parte dei paesi sviluppati, potrebbe spingere gli investitori a comprare asset come l’oro, in quanto la liquidità rischia di diventare una vera e propria “patata bollente”. Il denaro depositato sul conto potrebbe arrivare ad avere un rendimento negativo, come già avviene in alcuni strumenti del debito di breve periodo, spingendo investitori e risparmiatori a comprare oro e altri “hard asset” (in genere preziosi e materie prime).
3) Il prezzo dell’oro è a buon mercato.
Rispetto ai massimi storici di 1.921$ l’oncia, toccati a inizio settembre 2011, il metallo prezioso è pur sempre a buon mercato, nonostante il rally di inizio anno. Il valore di mercato attuale dista il 50% dai top assoluti. La discesa dei prezzi si è fermata poco prima della soglia di 1.000$ l’oncia, dalla quale sono scattati enormi acquisti di fondi e banche di investimento, fino a quel momento poco inclini a investire sul metallo giallo. I prossimi target rialzisti sono a 1.300$ prima e 1.350$ poi, da raggiungere entro l’anno in corso.