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Orlando, giustizia: ecco come è migliorata la situazione italiana negli ultimi anni
mercoledì 18 gennaio 2017, di
La giustizia in Italia è migliore rispetto a qualche anno fa e il nostro paese si avvicina sempre di più alla media europea.
Questo è quanto dichiarato da Andrea Orlando, Ministro della giustizia, nella relazione sullo stato della giustizia che contiene i dati relativi al sistema giudiziario italiano.
L’Italia è sempre più vicina all’Europa in tema di giustizia, dunque, ma secondo il ministro Orlandi si deve continuare a guardare al futuro e a pensare a strategie integrate sul piano europeo, in modo da operare in sinergia con le forze europee.
Ma il ministro Orlando sottolinea anche che l’impegno italiano in tal senso non è mai venuto meno e che nulla si può rimproverare al nostro paese in termini di cooperazione con l’Europa in materia di giustizia.
L’Italia, dunque, sta progredendo in fatto di giustizia, con una diminuzione delle cause civili e penali, anche se quelle alla Corte di Cassazione aumentano lievemente.
Vediamo nel dettaglio la situazione della giustizia nel nostro paese secondo la relazione dal ministro Orlando.
Orlando: la giustizia in Italia è migliorata e lo sguardo è rivolto all’Europa
Un quadro complessivo che fa ben sperare quello offerto dal ministro Orlando che fa sapere che la giustizia in Italia è migliorata negli ultimi anni.
In Italia le cause civili sono scese a 3 milioni e 800mila, mentre tre anni fa erano oltre 5 milioni. Le cause penali, invece, sono scese del 7% e si attestano sui 3 milioni e 200mila.
In carcere ci sono 54.653 detenuti, ossia 10mila in meno rispetto al 2013.
Non cambia, invece, la situazione della Cassazione che riceve comunque 30mila nuovi procedimenti ogni anno.
Ciò che ha voluto sottolineare il ministro Orlando, però, non è tanto l’aspetto numerico dello stato della giustizia italiana, quanto il quadro di insieme della situazione che vede una sempre maggiore cooperazione con l’Europa, soprattutto per combattere il problema del terrorismo.
Non mancano, dunque, i problemi di sempre come la prescrizione e le intercettazioni, ma c’è anche la volontà di condurre un discorso integrato, di messa in comune delle forze e delle risorse con l’Europa.
Secondo il ministro Orlando, infatti, i problemi relativi al traffico di droga, di armi e di persone, al terrorismo, alla criminalità informatica e alla contraffazione non possono essere combattuti solo a livello nazionale, ma solo in ottica di cooperazione giudiziaria fra i vari paesi dell’Europa.
L’Italia, in tal senso, ha messo in campo un grande impegno proprio per agire in simbiosi con l’Europa dal punto di vista della giustizia e per Orlando questa è la strada giusta da seguire.
Orlando, poi, sottolinea come nel nostro paese la Costituzione sia un’importante tutela dei diritti fondamentali, permettendo un equilibrio fra difesa delle garanzie costituzionali ed esigenze di sicurezza.
Orlando: la sfida della prescrizione e delle intercettazioni
Secondo il ministro della giustizia Orlando, molti sono i passi avanti in termini di giustizia fatti nel nostro paese, come le unioni civili o l’assistenza ai disabili, ma anche l’indennizzo alle vittime di violenza e la legge sul caporalato.
Nonostante ciò, molto deve essere ancora fatto, soprattutto in merito alle due questioni più dolenti della legislazione italiana: le intercettazioni e la prescrizione.
Secondo Orlando, però, sulla prescrizione si è giunti “a un punto di equilibrio tra l’esigenza di assicurare alla giurisdizione tempi congrui a svolgere l’attività di accertamento dei fatti di reato e quella di garantire la ragionevole durata del processo, conservando alla prescrizione la sua funzione di stimolo a definire i processi in tempi non troppo estesi".
Per quanto riguarda le intercettazioni, per Orlando si sta andando nella direzione giusta sulle eventualità del loro utilizzo, tanto che la loro diffusione è diminuita.
Il ministro si lascia andare anche a dichiarazioni sull’ANM (Associazione nazionale magistrati) che per protestare sullaproroga delle pensioniha deciso di non presentarsi alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario della Cassazione che si terrà il prossimo 26 gennaio.
Per il ministro Orlando, però, vi è una sproporzione tra le reazioni e l’oggetto del contendere visto anche il fatto che nel frattempo è cambiato sia il governo che il presidente del consiglio.
Non è nuova la tensione fra magistratura e politica, tanto che lo stesso Orlando aveva rilasciato delle dichiarazioni sul tema lo scorso aprile.