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OCSE: in Italia aumentano i giovani disoccupati. Ripresa nel 2014

martedì 16 luglio 2013, di Matteo Melani

Giovani italiani sempre più precari, senza lavoro e scoraggiati. Questa la situazione dell’Italia descritta nel “OECD Employment Outlook 2013”, dove si vedono più ombre che luci.

Nel 2012 la precarietà fra i ragazzi sotto i 24 anni è salita al 52,9%. Un tasso che rispetto al 2000 -quando nell’area Ocse era del 26,2%- è quasi raddoppiato. Ciò significa che un giovane italiano su due vive il suo lavoro in maniera precaria.

Anche i disoccupati tra i quindici e i ventiquattro anni sono (purtroppo) cresciuti tra l’ultimo trimestre del 2007 e l’ultimo trimestre del 2012 del 6.1%. Questo aumento è più grande rispetto a quello dello stesso periodo nell’area Ocse, pari al 4,3%. “Secondo le previsioni del maggio scorso- si legge nel rapporto- la recessione continuerà per tutto il 2013 e l’economia italiana è attesa in leggera ripresa solo nel 2014”. Aumentano anche i “neet”, coloro che non lavorano e non studiano. Alla fine del 2012 i neet italiani sono cresciuti del 5,1%, raggiungendo il 21,4% dei giovani. In questa categoria il Belpaese è terzo dietro a Grecia e Turchia.

Malgrado i numeri l’organizzazione apprezza la riforma del lavoro promossa dall’allora Ministro, Elsa Fornero. “La riforma del mercato del lavoro del 2012-spiega l’Ocse- aumenterà verosimilmente la creazione di posti di lavoro stabili nel medio termine”. “Ciononostante -conclude il comunicato- l’Italia rimane uno dei paesi OCSE con la legislazione più restrittiva sui licenziamenti, in particolare per quello che riguarda la compensazione in assenza di reintegro e la definizione restrittiva di licenziamento ingiustificato che domina nella giurisprudenza”.

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