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Nuovo Isee 2015: cos’è, come funziona e cosa cambia? Cgil accusa: ci rimettono i poveri
domenica 8 marzo 2015, di
Nuovo Isee 2015: cos’è, come funziona e cosa cambia sono le classiche domande che si stanno facendo in questi mesi gli italiani, in considerazione del fatto che il rinnovato indicatore della situazione economica equivalente è entrato in vigore lo scorso 1 gennaio 2015. Un’operazione di restyling giudicata dal Governo Renzi necessaria per porre fine ai molti abusi legati all’uso indiscriminato delle autocertificazioni dei propri redditi, ma che sta creando non poche difficoltà ai cittadini. Ricordiamo, infatti, che l’Isee è necessario per l’accesso a tutte le prestazioni sociali agevolate, quindi è lo strumento classico al quale ricorrono le fasce più deboli della società. E sarebbero proprio loro, secondo fonti della Cgil, i più penalizzati da questa riforma.
Come funzionava il vecchio Isee
Come denuncia in una lettera la segretaria Cgil Genova, Mariapia Scandolo, il confronto tra la procedura precedente e quella attuale è a dir poco impietoso: ci si recava presso un centro di assistenza fiscale, portando i documenti necessari ad attestare la propria situazione reddituale, e in 15 minuti si otteneva la necessaria attestazione.
Come funziona il nuovo Isee
Come le cose siano cambiate lo abbiamo già raccontato in precedenza, ma la segretaria Cgil non manca di sottolineare come l’ottenimento dell’Isee sia diventato un vero e proprio percorso a ostacoli, dai 15 giorni lavorativi che oggi sono necessari, fino alle nuove richieste come la giacenza media sul conto corrente (dato non sempre indicato dalle banche sull’estratto conto). Ma non basta: l’Isee minorenni, per chi ha figli a carico ed è divorziato o separato, può diventare addirittura un miraggio se l’ex coniuge è irreperibile.
Il rischio, quindi, è di limitare (o perlomeno di rendere molto più difficoltoso) l’accesso di persone in difficoltà economiche a servizi di cui avrebbero diritto.