Home > Altro > Archivio > Nuovo Isee 2015. Che cos’è, come funziona e come cambierà: la guida pratica
Nuovo Isee 2015. Che cos’è, come funziona e come cambierà: la guida pratica
lunedì 1 dicembre 2014, di
In base al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) 159/2013, dal 1° Gennaio 2015 l’Isee sarà calcolato con regole del tutto nuovo che apporteranno significative modifiche nell’accesso a prestazione sociali agevolate di nuclei familiari o di singoli individui.
Che cos’è l’Isee
Acronimo di Indicatore della Situazione Economica Equivalente, l’Isee è un parametro, entrato in vigore dal 1988, che consente di valutare confrontare la situazione economica dei nuclei familiari italiani per consentire e regolare l’accesso alle prestazioni sociali e sociosanitarie erogate da Comuni, Regioni e dallo Stato stesso. Attraverso l’Isee è possibile ottenere anche tariffe differenziate, in base alla specifica condizione economica permette di fissare le soglie oltre le quali non è ammesso l’accesso a talune prestazioni.
Si tratta di uno strumento che ha ampia applicazione dal momento che nel 2012 sono stati circa 5,8 milioni (pari al 30% della popolazione) i nuclei familiari che hanno presentato dichiarazioni sostitutive uniche per ottenerlo.
Il valore dell’Isee si ottiene da una specifica formula in cui prodotto tra il reddito maggiorato del 20% e il patrimonio viene diviso per la scala di equivalenza. In questa formula viene preso in esame il reddito di tutti i componenti del nucleo familiare; il patrimonio è il parametro che subirà, con l’arrivo del nuovo anno i principali cambiamenti e determinerà nuovi scenari nell’accesso alle prestazioni sociali agevolate mentre, infine, la scala di equivalenza è il parametro che tiene conto del numero dei componenti del nucleo familiare e delle loro caratteristiche. L’Isee è rilasciato dall’Inps, dai Caf e dai Comuni, i soggetti che stanno subendo le maggiori agitazioni per la prossima attuazione delle nuove regole.
Come cambia l’Isee dal 1 Gennaio 2015
Il nuovo indicatore in vigore dall’inizio del prossimo anno darà più peso al patrimonio, terrà conto di parametri finora non considerati come i redditi esenti da Irpef, quali le pensioni di invalidità e gli assegni di accompagnamento ma anche di altri parametri di natura economica come la giacenza media dei conti correnti.
In particolare il nuovo Isee assume una definizione più ampia del reddito che comprende, oltre al consueto reddito complessivo utilizzato anche a fini Irpef, anche i redditi tassati con regimi sostitutivi o a titolo di imposta (quindi i redditi dei contribuenti minimi, la cedolare secca sugli affitti, i premi di produttività, ecc.), i redditi esenti e le agevolazioni di natura monetaria ottenute dalla Pubblica Amministrazione (come ad esempio gli assegni al nucleo familiare, le pensioni di invalidità, l’assegno sociale e l’indennità di accompagnamento, ecc.) e, infine, i redditi figurativi degli immobili non locati e delle attività mobiliari.
Sempre al fine di valutare nel modo più verosimile possibile l’effettiva situazione economica
della famiglia, con il nuovo indicatore saranno prese in considerazioni diverse tipologie di famiglie, attraverso una revisione del parametro della scala di equivalenza che è un parametro basato sul numero dei componenti il nucleo familiare ma che assume anche alcune nuove caratteristiche di quest’ultimo, ormai molto rilevanti ai fini della valutazione della condizione economica. Influiranno, quindi, sul nuovo Isee la presenza di più di due figli a carico nel nucleo familiare, il numero di genitori che lavorano, le famiglie monogenitoriali e il numero di figli minorenni con meno di tre anni.
Dal 1° gennaio 2015 l’Isee sarà calcolato con regole completamente nuove, fissate dal Dpcm 159/2013. Il nuovo indicatore darà più peso al patrimonio, terrà conto dei redditi esenti da Irpef (come pensioni di invalidità o assegni di accompagnamento) e della giacenza media annua dei conti correnti. Il risultato finale, dunque, per molti cittadini cambierà
Cosa cambia per Comuni e Regioni
I Comuni saranno tenuti a ridefinire le soglie di accesso alle prestazioni sociali che erogano, come i contributi per ricoveri in Rsa per gli anziani o gli sconti per le rette degli asili nido. Le Regioni dovranno, invece, adeguare i propri regolamenti nelle materie di loro competenza come l’edilizia residenziale e le prestazioni sanitarie.
I Comuni sono i soggetti che più soffrono per l’applicazione delle nuove regole dal momento che in molti centri italiani si stanno effettuando simulazioni che prevedano gli effetti del riccometro, svolte su dati teorici. L’ostacolo maggiore rimane, comunque, il dialogo con le banche dati dell’Inps, la fonte senza dubbio più ricca di informazioni sui contribuenti.
A cosa serve l’Isee
Dal punto di vista del cittadino l’Isee serve per richiedere e, eventualmente, ottenere, servizi di welfare sia locali che nazionali tra cui le tariffe agevolate per gas e luce, la carta acquisti, l’assegno al nucleo familiare con tre o più figli minori e, se il ddl stabilità non dovesse subire modifiche in tal senso al Senato, anche il bonus bebè.
L’isee è anche quel valore che consente di ottenere sconti e esenzioni per le rette delle mense scolastiche e degli asili nido, per i servizi di trasporto degli studenti, per corsi extrascolastici e campi-scuola. In base all’Isee vengono assegnati posti alloggio, riduzioni sulle tasse e borse di studio agli studenti universitari come anche sconti e riduzioni sulla tassa sui rifiuti.
