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Niente Trise, arriva la Tuc: che cos’è e come funziona?

martedì 12 novembre 2013, di Vittoria Patanè

C’eravamo tutti preparati alla Trise, il supertributo contenente Tasi (imposta sugli immobili) e Tari (imposta sui servizi). E invece il Governo pare aver cambiato idea per l’ennesima volta.

Un emendamento alla Legge di Stabilità presentato ieri dal PDL contiene una proposta relativa ad un tributo nuovo di zecca: il Tuc appunto, acronimo di Tributo unico comunale che, nelle intenzioni del partito, dovrebbe sostituire IMU e Trise.

Cerchiamo di capire dunque quale potrebbe essere il profilo della nuova imposta e come funzionerà.

Tuc: che cos’è?

Il Tuc è il tributo unico comunale proposto ieri dal Popolo della Libertà. L’emendamento cancellerebbe gli articolo n. 19 – 20 – 21 – 22 – 23, creando un unico tributo che elimina, nello stesso tempo, l’IRPEF e l’IMU sugli immobili.

Il testo massimo della TUC sarà pari al 10,6 per mille della rendita catastale e coprirà anche i cosiddetti servizi indivisibili.

Tuc: come funziona?

La Tuc consta di due parti: la prima, che chiameremo parte immobiliare, sostituisce l’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), le relative addizionali dovute per le rendite degli immobili di proprietà e la stessa IMU; la seconda, dovrebbe coprire il tributo sui servizi indivisibili. Ogni anno il proprietario corrisponderà la componente patrimoniale del tributo unico, nella misura massima dell’8,1 per mille.

La novità più importante contenuta nel nuovo sistema di tassazione immobiliare è che la TUC esenterebbe dal pagamento i proprietari di prime case, terreni agricoli e fabbricati rurali.

Secondo la proposta, la TUC sarà divisa in tre rate:

  • 16 aprile;
  • 16 agosto;
  • 16 dicembre.
    A questi pagamenti si aggiunge un ulteriore 1,5 per mille dovuto da chiunque, a qualsiasi titolo, utilizzi gli immobili; mentre nel caso in cui soggetto utilizzatore e proprietario coincidessero, questi dovrebbe versare l’1 per mille.

Ricordiamo in ogni caso che questo meccanismo non riguarderebbe in nessun modo le prime case, i terreni agricoli e i fabbricati rurali.

La copertura

La copertura necessaria per l’attuazione di queste misure sarebbe pari a 1,2 miliardi di euro, soldi che il Governo metterebbe insieme tramite una nuova spending review, ma anche per mezzo della vendita di numerosi stabilimenti balneari sparsi sulle spiagge della penisola .

Insomma, a quanto pare, nessuna certezza arriva ancora sul fronte tassazione immobiliare. Il 2014 si avvicina e i cittadini non sanno ancora cosa e quanto dovranno pagare il prossimo anno. A questo punto, non rimane che aspettare che il Governo si decida a trovare una soluzione, sperando, che stavolta, rispetti le promesse e non vessi ulteriormente gli italiani con tasse da capogiro.

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