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Nicastro in commissione banche: ecco le quattro dal “dissesto conclamato”

martedì 5 dicembre 2017, di Francesca Caiazzo

Mentre la commissione parlamentare di inchiesta sulle banche valuta se risentire il procuratore di Arezzo, Riberto Rossi, dopo la bufera scatenatasi sul caso Boschi, le audizioni a Palazzo San Macuto vanno avanti.
Oggi è toccato a Roberto Nicastro, ex presidente delle quattro good bank di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e CassaChieti riferire davanti all’organismo bicamerale.
L’audizione di Nicastro è stata più volte secretata.

Dissesto conclamato
Davanti alla commissione d’inchiesta sulle banche, Nicastro ha riferito che per i quattro istituti oggetto dell’audizione

“il dissesto era conclamato. La quantità di crediti deteriorati in percentuale degli attivi era ampiamente superiore a qualsiasi media del sistema”.

Inoltre, ad aggravare la situazione di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e CassaChieti c’era la tendenza a erogare credito al di fuori dei confini territoriali di competenza invece di concentrarsi solo sul proprio territorio, visto che si trattava di banche locali.

“Sul portafoglio crediti deteriorati trasferiti alla Rev il 30% era relativo a prenditori fuori dalle province chiave”

ha detto ancora Nicastro.

Inoltre, ha aggiunto, tra le quattro, al momento della risoluzione, a preoccupare maggiormente era Banca Marche a causa sia delle sue dimensione che per le sofferenze.

Nicastro ha ricordato anche la situazione in cui versava Cariferrara con 3 miliardi tra sofferenze e incagli residui che rappresentavano il 60% di crediti deteriorati su un bilancio complessivo di circa 5 miliardi.

“non credo ci siano dubbi sul grado dissesto”

ha sottolineato.

La risoluzione fu necessaria

Secondo l’ex presidente, la risoluzione delle quattro banche decisa con il decreto del 22 novembre 2015 era di fatto necessaria, la giusta risposta a una situazione che veniva percepita come “drammatica”.

All’epoca, i risparmiatori stavano già ritirando i propri soldi da quelle banche, c’era crisi di liquidità. Per questo, spiega Nicastro,

“Penso che in quel momento fosse necessario in quanto poche settimane dopo l’avvio del bail in avrebbe portato non solo al burden sharing ma anche a qualcosa in più e qualcosa andava fatto.”

Al contrario, secondo l’ex presidente, la liquidazione dei quattro istituti sarebbe stata devastante.

“La mancata cessione nei tempi previsti avrebbe generato un obbligo di liquidazione da scongiurare in tutti i modi possibili, l’impatto sarebbe stato materiale sui portatori interesse della banca e avrebbe avuto un effetto di contagio”.

Acquisizioni Bper e Ubi furono positive

Nicastro ripercorre, dunque, davanti alla commissione il percorso che portò alla nascita delle good bank precisando che le offerte giunte nel 2016 per le quattro “nuove” banche non erano stato valutate positivamente a differenza delle acquisizioni poi effettuate da Ubi e Bper che offrivano maggiori garanzie.

“A luglio, il mercato si normalizzò e si avviò una nuova procedura con operatori bancari domestici per cercare offerte migliori. Si aprirono negoziazioni bilaterali e una cessione degli Npl in modo da ricevere a gennaio offerte impegnative da Ubi per 3 e Bper per CariFerrara. A quel punto d’accordo con la dg competition della Ue fu fatta una sollecitazione per vedere se c’erano altri interessati ma l’offerta andò deserta e si andò alla firma; quindi il closing maggio-giugno 2017”

ha ricordato Nicastro.

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