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Mercati emergenti: quali sono le cause del crollo delle proprie monete?
lunedì 26 agosto 2013, di
Per i mercati emergenti non è di certo un momento positivo. Questi paesi hanno sperimentato una lunga fase di crescita negli ultimi 10-12 anni. Nei primi anni Duemila la crescita è stata favorita dal boom delle materie prime, mentre dopo la crisi del credito del 2008 sono arrivati nuovi capitali in fuga dai paesi avanzati in recessione e fortemente indebitati. L’enorme flusso di denaro verso i paesi emergenti è stato supportato, però, soprattutto dal lancio della politica di quantitative easing della FED, che ha cominciato a iniettare decine di miliardi di dollari al mese di liquidità a basso costo nel sistema.
Ora le aspettative di riduzione degli stimoli monetari della FED (il cosiddetto tapering) stanno provocando imponenti deflussi di capitali esteri, innescando praticamente il meccanismo opposto nel movimento di denaro tra paesi avanzati ed emergenti. Una delle conseguenze maggiori dell’attuale crisi dei paesi emergenti è il forte deprezzamento delle valute locali. La costante fuoriuscita di denaro sta mettendo in ginocchio valute come la rupia indiana, la rupia indonesiana, il real brasiliano, la lira turca e altre monete asiatiche, sudamericane e dell’Europa dell’Est.
Le banche centrali di questi paesi hanno reagito a questa crisi valutaria vendendo una buona fette di riserve in dollari, acquistando valuta locale e difendendo così il cambio. Secondo Morgan Stanley, tra maggio e giugno sono stati bruciati 81 miliardi di dollari di riserve in valuta. Alcuni paesi, come l’Indonesia, hanno difeso la moneta acquistando grosse quantità di valuta estera. Altri hanno alzato i tassi di interesse (Turchia e Brasile). Altri ancora hanno alzato i dazi per frenare l’import, allo scopo di contenere il deficit commerciale (India in primis).
Gli esperti temono che possa concretizzarsi uno scenario simile a quello del 1997, quando le economie del Far East asiatico sperimentarono una profonda crisi finanziaria: crollo delle valute, forte aumento dei debiti con l’estero, deflusso costante di capitali. Questi fattori, combinati insieme, decretarono uno shock finanziario tale da mettere in ginocchio il sistema bancario di questi paesi e di dare il via a una profonda recessione. Molti paesi furono costretti a chiedere il salvataggio del FMI, ma la situazione migliorò solo molti anni più tardi.