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Mercato dei CDS avverte: crollo dell’euro in arrivo
martedì 7 marzo 2017, di
L’affermarsi del populismo in tutta Europa, Francia su tutti, potrebbe portare al collasso dell’euro. Una prospettiva che la politica e i mercati finanziari stanno considerando con grande attenzione.
I mercati registrano, ormai da gennaio, un aumento dei CDS (Credit Default Swap), le assicurazioni che i creditori sottoscrivono per salvaguardare il capitale dall’insolvibilità del debitore (nel caso di specie, il Paese che emette il Bond denominato in euro). In altre parole, più è alto il rischio che un Paese rinomini il proprio debito in nuova valuta maggiore sarà la quotazione del CDS, ovvero l’ammontare che il creditore riconosce all’ente assicurativo che gestisce il contratto stipulato col debitore.
Secondo Marcello Minenna, accademico ed economista della Consob, è esattamente quello che sta accadendo nell’eurozona. I mercati temono che i debiti in euro siano rinominati in nuova valuta nazionale - eventualità del tutto probabile qualora Marine Le Pen dovesse spuntarla alle elezioni presidenziali di aprile, innescando così un effetto domino in tutta Europa - e ciò ha spinto le quotazioni dei CDS, soprattutto italiani e francesi, a livelli molto alti.
Eurozona: perché le quotazioni dei CDS stanno aumentando?
L’euro potrebbe crollare nel 2017. Un’eventualità che la politica e i mercati finanziari stanno considerando senza reticenze. Sulla stabilità dell’eurozona e, più in generale, dell’UE pesa l’incertezza della stagione elettorale che si aprirà in Olanda il 15 marzo, in Francia il 23 aprile e in Germania a settembre.
In ognuno di questi Paesi i populisti hanno buone chance di vittoria: Marine Le Pen, quasi sicuramente, se la vedrà con Macron al secondo turno e Geert Wilders in Olanda è dato vincente col 23% dei voti (ultimi sondaggi). In Germania è assai improbabile che Frauke Petry, di Alternativa per la Germania, la spunti nonostante l’ascesa indiscussa.
L’avvento del populismo e la sua affermazione in Francia, Olanda, Germania e, in misura minore, in Italia, dimostra che l’euro non è più quel monolite sacro che fino a qualche anno fa la BCE e i governi europei intimavano alle masse, colpite senza pietà dalla crisi economica e dalle riforme strutturali, di venerare.
Secondo Marcello Minenna, di questo rischio se ne sono accorti i mercati. Infatti
“[G]li investitori hanno già iniziato a pensare a come proteggersi dal pericolo di una totale dissoluzione dell’euro”.
Una dissoluzione, come si diceva, minacciata al contempo dalle istanze anti-euro e anti-UE promosse dagli esponenti della famiglia populista europea e dall’impoverimento dell’economia europea connesso alle politiche di austerità.
Come ricorda Minenna, a partire dal 2014 l’ISDA (International Swaps and Derivates Association) ha immesso sul mercato dei CDS che assicurano i creditori sul rischio che il debitore, poniamo un Paese dell’eurozona, uscendo dall’euro rinomini il suo debito in “nuova valuta nazionale”. Naturalmente, l’eventualità che Marine Le Pen si affermi alle prossime elezioni presidenziali di aprile ha spinto gli investitori francesi a sottoscrivere ulteriori CDS.
Il CDS, ricordiamolo, è un’assicurazione che il creditore (poniamo una banca d’investimento) sottoscrive con un ente assicuratore (in inglese “protection seller”) contro l’eventuale insolvenza del debitore. Il premio che il creditore riconosce al “protection seller” aumenta proporzionalmente al c.d “credit event”, vale a dire la probabilità che un evento fortuito - come l’uscita dall’euro nel nostro caso - ponga il debitore (lo Stato) in una condizione di insolvenza.
Secondo i dati riportati da Minenna:
“Maggiori conferme di questo trend [aumento dell’instabilità politica e rischio che l’euro crolli] arrivano dalla sottoscrizione di CDS. Da metà gennaio [in Francia] l’ammontare della protezione sul credit event è cresciuto di 320 miliardi di euro.”
Naturalmente, il rischio di un contagio - una volta che un Paese abbandona l’euro e verosimile che altri seguano a ruota - ha spinto gli investitori che hanno in portafoglio, ad esempio, titoli italiani ad aumentare la quotazione dei CDS, ovvero l’entità dell’assicurazione sui quei titoli. Più è alto il rischio che il debitore non rientri, maggiore sarà la quotazione del CDS.