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Manovra 2017, Juncker teme l’effetto Trump e tende la mano a Renzi
venerdì 11 novembre 2016, di
Dal “me ne frego” al “me ne fregio” il passo può essere molto breve. Lo sa bene il presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker, che dopo i toni aspri con cui qualche giorno fa ha liquidato gli attacchi e le richieste del governo italiano in tema di flessibilità per la manovra finanziaria è venuto a più miti consigli, tant’è che mercoledì, nel corso di un colloquio telefonico con Matteo Renzi, il lussemburghese ha assicurato che la UE sarà ben lieta di fornire all’Italia pieno supporto sulle spese per i migranti e i terremoti, soprattutto in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre.
L’arrivo del ciclone Donald Trump alla Casa Bianca e il timore di un possibile effetto domino populista nel Vecchio Continente - ancora scosso dalla Brexit - deve aver turbato non poco i sonni di Juncker, al punto da indurre l’ex premier del Lussemburgo a seppellire (almeno per ora) l’ascia di guerra e a mettere da parte le schermaglie con il presidente del Consiglio Renzi.
Manovra 2017: lo scontro tra Renzi e Juncker
In occasione di una conferenza promossa dai sindacati europei, lo scorso 7 novembre Juncker, replicando al governo del Belpaese, aveva affermato:
“L’Italia non cessa di attaccarci, a torto, e ciò crea risultati diversi da quelli attesi. Saggezza vorrebbe che tenessimo conto del costo dei rifugiati e del terremoto in Italia, ma tali costi equivalgono allo 0,1% del Pil. L’Italia ci aveva promesso di arrivare a un deficit dell’1,7% nel 2017, e ora ci propone il 2,4% (2,3% nella legge di Bilancio, ndr). Quando, appunto, questo costo si riduce a 0,1% del prodotto”.
In preda ad una vis polemica sfociata nell’ormai celebre “Je m’en fous”, Juncker aveva spiegato che Roma non è proprio nelle condizioni di lamentarsi, dal momento che
“può spendere 19 miliardi in più che non avrebbe spendere se non avessimo riformato il patto di Stabilità nel senso della flessibilità”.
Alle parole del presidente della Commissione, Renzi aveva replicato a muso duro sostenendo che
“noi rispettiamo le regole, ma le regole devono andare incontro alla stabilità dei nostri figli. Si può discutere di austerity, ma sull’edilizia scolastica non c’è alcuna possibilità di bloccare la posizione italiana: noi quei soldi li mettiamo fuori dal patto di Stabilità, che piaccia o no ai funzionari di Bruxelles”.
Manovra 2017: tregua Roma-Bruxelles fino a referendum
Ma quanto durerà la tregua tra Roma e Bruxelles? Sicuramente la UE farà di tutto per consentire a Renzi di vincere la sfida del referendum costituzionale e arginare la “minaccia” populista rappresentata dal fronte del No.
Per ora, la priorità per la Commissione Europea è scongiurare un eventuale fenomeno Trump in uno Stato cruciale come l’Italia per gli equilibri e la stabilità della scricchiolante Unione. Passata la “nottata”, la diatriba su percentuali, vincoli e parametri tornerà ad accendersi.