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MMT: perché la Teoria Monetaria Moderna è come un autostereogramma

giovedì 18 ottobre 2012, di Erika Di Dio

Questa settimana riportiamo un interessante articolo sulla MMT di Izabella Kaminska, blogger americana che dal 2008 scrive per FT Alphaville, una testata online creata dal Financial Times che riporta le notizie del giorno e offre servizi di commento per i professionisti del mercato finanziario. L’editrice americana ci spiega il motivo per il quale paragona la Teoria Monetaria Moderna ad un autostereogramma, riportando fra l’altro un grafico esplicativo di Stephanie Kelton, professoressa associata di Economia presso l’Università di Missouri-Kansas City e ideatrice del New Economic Perspectives dal quale abbiamo attinto il nostro articolo di oggi.

Si è parlato molto in questo periodo dell’incursione della MMT nel mainstream e della conseguente confusione che ha generato. Ma è questa la cosa strana della teoria: il fatto di creare spontaneamente divisione perché quasi tutte le volte non riesce a comunicare succintamente il suo messaggio. Il che è strano, essendo la sua premessa abbastanza semplice da capire. Potremmo dire che è come guardare un autostereogramma: una volta capito, non vedrai mai di nuovo le cose esattamente nello stesso modo. Ma allo stesso tempo, pur provando e riprovando, ci saranno sempre delle persone che non saranno mai in grado di vedere l’immagine. Mai.

Il tutto poggia su un fatto fondamentale (almeno per quanto ne sappiamo noi)! Invece di trattare il denaro come un oggetto di ricchezza o il debito di qualcuno o un mezzo per il commercio ... La MMT tratta il denaro come credito sulla ricchezza, come un prodotto del commercio. Questa visione fa la differenza. A differenza del primo punto di vista, che presuppone che il debito e il denaro provengano dal commercio, la MMT ritiene che il debito, o più specificatamente il credito monetario, sia antecedente al commercio. Il conio e tutte le forme di moneta sono quindi solo una rappresentazione fisica di quello che è in realtà un sistema innato di credito. In sè per sè il denaro non ha valore. E questo è in gran parte il motivo per il quale può funzionare il sistema della moneta legale. L’unità monetaria non deve essere un "prezioso" pezzo di metallo. È chi la garantisce che conta. In tempi moderni, con questo si intende lo stato.

Per di più, sopprimendo il sistema di crediti (che nel caso degli Stati Uniti è rappresentato dal debito del governo) inevitabilmente si sopprime la capacità di commercio di un’economia. E questo, tra l’altro, è il motivo per il quale i sostenitori della MMT credono che il debito di governo non possa mai davvero vincolare un’economia il cui governo controlla la moneta ufficiale.

Il grafico di Stephanie Kelton

Se c’è un grafico che riassume meglio la teoria, noi pensiamo sia quello di Stephanie Kelton:

Il grafico mostra perfettamente la simmetria che si applica ai bilanci di un sistema di credito controllato centralmente. Vale a dire, affinchè il settore nazionale privato degli Stati Uniti possa ottenere un bilancio positivo, il governo deve avere in effetti un bilancio negativo. Questo rende molto bene l’idea se pensate agli Stati Uniti come rappresentanti di un sistema di credito completamente autonomo, dove è consentita solo una valuta ufficiale del governo (e nessuno straniero può acquistare il debito americano). Se l’economia deve mantenersi ben lubrificata e funzionante, il governo deve essere disposto ad assumere più debito per conto dei suoi cittadini, quando la situazione lo richiede. Questo non solo assicura che i crediti possano essere riscattati più rapidamente, avendo un effetto di maggiore ricchezza sull’economia, ma permette anche loro di penetrare nel sistema in modo più efficace. Così facendo, viene data una garanzia statale al posto di una garanzia privata.

Ora non ci sarà più il rischio che i servizi che hai svolto presso un dottore (ad esempio, aggiustando la caldaia del suo centro medico) andranno persi perché il medico in questione è morto, ma sarai ancora in grado di riscattare i tuoi servizi privati a causa del ruolo di mediazione svolto dal governo. Adesso il tuo credito sarà contro il governo, non contro il privato. Potrai quindi riscattare qualsiasi cosa con chiunque sia propenso a regolare le transazioni con carta di governo, invece che con carta privata. E perché non dovrebbe? Tutti, alla fine, hanno bisogno della valuta ufficiale del governo dal momento che è l’unica unità di pagamento che sarà accettata per il regolamento delle fatture fiscali, alias la redenzione del governo del credito che ha contro di te.

In un certo senso il governo, tramite la sua emissione di debito e la sua volontà di assumere bilanci negativi, agisce come la controparte centrale finale, più chiara e con un ruolo da mediatrice per le miriadi di transazioni e commerci che avvengono ogni giorno nella sua economia.

Il problema del surplus di bilancio

Naturalmente, se il governo gestisce un surplus di bilancio e riceve più ricevute fiscali di quante ne spende, le cose si complicano. Cosa può fare il governo con i surplus di bilancio? Ad esempio, può usarli per pagare il debito pubblico esistente o per prendere in prestito meno nel successivo anno fiscale. In alternativa, può offrire più tagli fiscali o distribuire le eccedenze in titoli di investimento stranieri o privati. Questo però è un territorio pericoloso per un’economia che già soffre di carenza di asset sicuri. Vale a dire, un’economia che ha generato più crediti di quanti ne è attualmente disposta a riscattare.

Se il governo gestisce un surplus, è ovvio che il settore privato deve assumere in cambio un bilancio negativo (vedi grafico di Kelton). Tuttavia, se si inseriscono crediti non-interni contro il governo, le cose si complicano ancora di più. Il debito originariamente destinato a mediare le operazioni di credito dei cittadini, viene completamente aspirato dal sistema, costringendo il settore privato a mediare le transazioni con titoli non governativi (e quindi maggiori garanzie di rischio). Più c’è richiesta di titoli governativi americani dall’estero, specialmente in un contesto in cui il governo non è disposto a generare ulteriore indebitamento, più il bilancio negativo del settore privato è costretto a salire per compensare.

Cosa direbbe la MMT?

La risposta della MMT sarebbe, ovviamente, semplice: emettere più debito pubblico e far sì che sia il governo ad assumere il bilancio negativo, non il settore privato. Questo non vuol dire, tuttavia, che non ci sia mai un vincolo al debito. È possibile che lo stato finisca per garantire molti più crediti di quelli che si possono realmente riscattare, come l’esempio del dottore di prima, perché le controparti che hanno rilasciato i debiti non ci sono più. In questo senso una congrua parte dei crediti che circolano nel sistema rappresenta un surplus. Mentre quella parte cresce, si riduce il potere d’acquisto dei crediti attivi, dal momento che ci sono più crediti che opzioni di riscatto disponibili. Questo naturalmente sarà inflazionistico e richiederà una limitazione, da parte del governo, della quantità di credito disponibile nel sistema, il che può essere realizzato attraverso la tassazione.

Quindi la domanda è: in quale situazione ci troviamo ora? Una in cui ci sono più crediti che opzioni di riscatto (capacità di soddisfare i crediti), o una in cui c’è abbastanza capacità di soddisfare i crediti, ma non abbastanza credito governativo per lubrificare il sistema?

Davvero difficile da dire (presumendo in primo luogo che si sostenga la visione della MMT).

Traduzione per Forexinfo.it di Erika Di Dio - Fonte: New Economic Perspectives

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