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Legge di stabilità: dal 2014 addio al Garante del contribuente

lunedì 21 ottobre 2013, di Marta Panicucci

Dal primo gennaio 2014, secondo quanto stabilito dalla legge di stabilità, il contribuente dovrà dire addio al suo garante. La sue mansioni saranno affidate ai Presidenti delle varie commissioni tributarie regionali.

La norma che elimina l’organo di tutela dei contribuenti istituito dallo Statuto dei diritti dei contribuenti, consentirà una riduzione di spesa grazie al taglio di emonulenti e rimborsi. Il trasferimento di competenze, che avverrà senza oneri a carico delle finanze statali, permetterà ai presidenti delle commissioni tributarie di subentrare ai garanti, ma solo quali facenti funzioni.

La figura del Garante

Organo collegiale, il Garante del contribuente è istituito allo scopo di assicurare il corretto svolgimento dei rapporti tra l’amministrazione finanziaria e il contribuente.

Il garante è stato introdotto nel 2000 dalla legge numero 212. L’articolo 13 introduceva un organo composto da tre membri, nominati dal presidente della commissione tributaria regionale.

L’incarico del Garante ha durata di 4 anni e sulla base di principi quali la professionalità, la produttività, e l’attività già svolta, il mandato è rinnovabile. Il garante opera in piena autonomia per assicurare il corretto svolgimento dei rapporti tra il contribuente e l’amministrazione.

Tra le sue mansioni: il Garante può effettuare richieste di documenti o di chiarimenti agli uffici dell’Agenzia, i quali devono rispondere entro 30 giorni; rivolgere raccomandazioni ai dirigenti degli uffici per contribuire alla tutela del contribuente e alla migliore organizzazione dei servizi; richiamare gli uffici al rispetto dei termini previsti per il rimborso d’imposta e di quanto stabilito dagli art. 5 e 12 dello Statuto dei diritti del contribuente ed attivare le procedure di autotutela verso atti di accertamento o di riscossione notificati al contribuente.

Intervento del governo

Già nel 2012 il governo Monti aveva cambiato le carte in tavola: il garante da organo collegiale di tre membri, come stabilito dalle legge del 2000, diventa monocratico.

Ora, con la legge di stabilità del governo Letta, l’incarico è affidato direttamente al presidente della commissione tributaria regionale. Alla base delle norma c’è la volontà di risparmiare qualcosa sulla spesa pubblica dello stato. Il risparmio è certamente infinitesimale rispetto ai grandi sprechi statali e il Garante del contribuente rischia di essere definitivamente eliminato da un clamoroso conflitto di interessi della giustizia tributaria.

Lo statuto del contribuente prevedeva la nascita di un garante per la difesa del contribuente che avrebbe dovuto operare in piena autonomia e indipendenza funzionale e strutturale.

Per come stanno le cose dopo l’approvazione della legge di stabilità, il Garante sarà rappresentato dal presidente di commissione tributaria regionale. La giustizia tributaria funziona così: le Commissioni si rivolgono i contribuenti che, considerando illegittima una pretesa fiscale, ne chiedono l’annullamento o la modifica. I giudici tributari però sono supportati dagli uffici di segreteria che dipendono dal ministero che emana gli accertamenti sui quali vegliano le Commissioni tributarie.

Di fronte ad un risparmio di spesa minimo e al rischio di un conflitto di interessi che va a nuocere soltanto i contribuenti, viene da chiedersi: ne vale davvero la pena?

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