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La ricetta di Carige per il salvataggio: aumento di capitale e intervento del Fitd
lunedì 12 novembre 2018, di
400 milioni di euro. A tanto ammonta la manovra di rafforzamento patrimoniale, approvata oggi dal Consiglio di Amministrazione di Banca Carige.
Sono due le operazioni che, in tempi brevi, potrebbero garantire nuova solidità all’Istituto bancario, considerato tra i più esposti.
Nel terzo trimestre 2018, infatti, Banca Carige ha registrato una perdita di 168,4 milioni, a fronte di un calo di 55,5 milioni nel terzo trimestre 2017. Per questo le principali agenzie di rating la giudicano “a rischio fallimento”.
La manovra di rafforzamento approvata dal Cda Carige
Due le operazioni messe in campo per salvare Banca Carige: da un lato c’è l’emissione di obbligazioni subordinate Tier2, per un ammontare complessivo compreso tra 320 milioni e 400 milioni, a seguire un aumento di capitale.
I bond verranno sottoscritti per 320 milioni dallo Schema Volontario di Intervento del Fondo Interbancario di Garanzia entro il 1° dicembre, ovvero al termine dell’iter di approvazione interno.
I restanti 80 milioni saranno invece messi a disposizione di investitori privati che, in presenza di maggiori manifestazioni di interesse, avranno la possibilità di sottoscriverne fino a 200 milioni.
Il 21 dicembre 2018 sarà poi convocata l’assemblea straordinaria degli azionisti per l’aumento del capitale sociale fino a 400 milioni. Intanto Malacalza, nonostante abbia ribadito il proprio sostegno alla Banca, di fronte alle scadenze ha detto di no alla sottoscrizione di bond.
“Questo non corrisponde a un disimpegno” dell’investitore, ha rassicurato il presidente di Carige Pietro Modiano, certo che la manovra porterà “pulizia di bilancio e un assetto patrimoniale robusto”.
“Con la sottoscrizione del prestito subordinato da 320 milioni abbiamo la certezza della messa in sicurezza della banca e del buon esito dell’aumento di capitale che avverrà a marzo prossimo,”
gli fa eco l’amministratore delegato Fabio Innocenzi.
“La ricerca di un partner industriale-finanziario può avere miglior esito con una banca pulita, anche per favorire eventuali operazioni di aggregazione e integrazione”.
Ma su eventuali fusioni non si sbilancia, dipenderà dal mercato. Per ora nessuna negoziazione con banche partner. Intanto ha dato
“mandato a una banca di investimento per la ricerca di un partner per una possibile aggregazione”.
L’ad di Bper, Alessandro Vandelli, commenta: “credo sia inevitabile immaginare un intervento complessivo del sistema. Sarebbe bello che tutti facessero la propria parte”.
Anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, esprime la piena soddisfazione del Governo
“per la decisione del consiglio di gestione dello schema volontario del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) di sostenere l’operazione di rafforzamento patrimoniale deliberata in data odierna dal cda di Banca Carige”.
L’intervento congiunto del sistema bancario, aggiunge il premier:
“garantisce il rispetto dei requisiti patrimoniali da parte di Carige, pone le condizioni per il rapido completamento del previsto aumento di capitale e assicura al nuovo management della banca le condizioni per lo sviluppo di idonee strategie industriali, inclusa la valutazione di possibili aggregazioni aziendali”.