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La proposta del Manifesto Anti-Euro: due monete diverse per nord e sud. “Francia, tocca a te farlo”
martedì 18 giugno 2013, di
Un gruppo di economisti europei, tra i quali gli italiani Claudio Borghi e Alberto Bagnai, hanno presentato a Parigi il Manifesto Anti-Euro all’interno del quale esperti provenienti da vari Paesi dell’Eurozona mettono nero su bianco la loro avversione nei confronti della moneta unica, spiegando quali sarebbero secondo loro le misure da prendere per evitare il tracollo.
Andiamo quindi a vedere qual è la proposta di questi economisti per scongiurare l’ipotesi che l’intera Europa sprofondi nel baratro.
La teoria di Stiglitz
Ormai tre anni fa, il premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz lasciò di sasso il mondo accademico comunitario con un’affermazione che in molti ricordano.
A detta sua, l’unico modo per evitare un’imminente quanto pericolosa recessione dell’Eurozona (ricordiamo che era il 2010 e la crisi non aveva ancora raggiunto la sua acme) sarebbe stata l’uscita della Germania dall’unione monetaria.
Col senno di poi, pare d’obbligo chiedersi cosa sarebbe successo se da Berlino gli avessero dato ascolto, ma ormai di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia.
La proposta del Manifesto Anti – Euro
Gli economisti promotori del Manifesto Anti – Euro, presentato lo scorso 15 giugno, prendendo spunto dalle teorie di Stiglitz, evitano di parlare di un ritorno alle monete nazionali, ma propongono un’alternativa: una scomposizione dell’area euro in due sotto aree, nord e sud, la prima guidata dalla Germania, la seconda dall’Italia.
Questa soluzione, secondo l’oro, sarebbe l’unica in grado di bloccare la crisi ed evitare che i Paesi europei si inabissino in una recessione senza fine.
Euro: ecco perché è uno sbaglio
L’euro, secondo questi esperti, sarebbe una moneta troppo forte per i fondamentali degli Stati del sud, i cosiddetti PIGS, ma abbastanza debole da permettere la crescita delle economie del nord.
Approfittandosi di questa situazione, gli Stati nordici d’Europa, avrebbero sfruttato la competitività di prezzo per aumentare le esportazioni, avvalendosi di un tasso di cambio basso.
La situazione dei Paesi del Sud invece, rappresenterebbe lo scenario opposto. L’austerità poi avrebbe contribuito a dare il colpo di grazia a gli Stati già in difficoltà.
Questo il quadro presentato all’interno del Manifesto Anti-Euro.
La proposta
Per uscire dalla recessione e ricominciare a piccoli passi il cammino verso la crescita, i PIGS avrebbero bisogno di una valuta che si adatti ai suoi fondamentali economici.
Ma questa scelta non gioverebbe ai Paesi nordici che, secondo i firmatari dei manifesti, dovrebbero iniziare a trasferire risorse al Sud per promuovere la crescita, come compensazione del fattore di cambio.
Ma ovviamente, una cosa del genere non succederà mai, per cui il Manifesto propone l’unica alternativa possibile: il Nord dovrebbe sganciarsi dall’Eurozona, e quindi dalla moneta unica, allo scopo di permettere agli Stati del Sud di riprendersi.
Lo scopo finale sarebbe quello di costruire due aree monetarie indipendenti e stabili. La moneta del sud, guidata dall’Italia, darebbe a queste Nazioni la possibilità di recuperare competitività, mentre quella del nord, capeggiata dalla Germania, farebbe rientrare il timore inflazione che da anni affligge i tedeschi.
E la Francia dove starà?
Particolare la situazione dei transalpini che, pur essendo attratti politicamente dai virtuosi, posseggono degli standard economici che più si avvicinano a quelli dei PIGS.
Ed infatti spetta proprio alla Francia, secondo gli economisti del Manifesto, il compito di rompere gli indugi e spezzare l’Eurozona a metà.
La Germania non ne avrebbe il coraggio, gli altri Paesi non ne avrebbero la forza.
