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La Polonia attacca Paul Krugman: non ci protegga dalla nostra scelta sull’euro

venerdì 29 marzo 2013, di Erika Di Dio

Come molte nazioni ambiziose, la Polonia è abbastanza suscettibile quando viene criticata. Così non sorprende che, quando il premio Nobel Paul Krugman ha parlato dell’economia polacca e del dibattito del paese sull’adesione all’euro, la risposta è stata rapidissima.

Le critiche di Krugman

Nel suo blog sul New York Times mercoledì, Krugman ha avuto cura di precisare che i risultati economici della Polonia l’avevano resa "una delle relative storie di successo dell’Europa", ma ha continuato dicendo che la causa principale della performance positiva del paese rispetto al resto dell’UE negli ultimi anni è stata quella di disporre di una moneta fluttuante.

Egli ha scritto:

Di conseguenza, negli anni dei grandi flussi di capitale alle periferie Europee, la Polonia ha visto l’apprezzamento della propria valuta anziché il differenziale inflazionistico ed è stata in grado di correggere il tasso di cambio quando la crisi ha iniziato a colpire.

Ma Krugman ha anche criticato fortemente il piano del governo di aderire all’euro, dicendo: "Ti fanno venir voglia di sbattere la testa contro un muro".

Le risposte della Polonia

Radoslaw Sikorski, ministro degli Esteri della Polonia che era in visita in Slovacchia, che ha adottato l’euro nel 2009, si è affrettato a rispondere con un tweet (rispendendo a Krugman che la Polonia non è affatto persa come pensa invece lui):

Jacek Rostowski, il ministro delle Finanze, ha avvertito che Krugman potrebbe non aver capito che la Polonia non sta correndo per aderire all’euro il più presto possibile, ma sta solo facendo in modo che soddisfi i criteri di adesione entro il 2015, oltre a rendere necessarie modifiche legislative per consentire che lo zloty possa essere sostituito dall’euro nel momento in cui il governo lo riterrà giusto.

"Dobbiamo davvero convincere i polacchi di questo", ha detto ai giornalisti.

Jacek Socha, ex Ministro del Tesoro, in un’intervista radiofonica giovedì mattina ha detto che Krugman ha sopravvalutato l’impatto della svalutazione, che ha aiutato nella prima fase della crisi economica alla fine del 2008, ma che il tasso di cambio fluttuante da allora è stato più un ostacolo che un aiuto per l’economia polacca.

La chiave è quella di seguire il modello delle economie avanzate del nord Europa, che hanno fatto molto meglio dall’essere nell’euro rispetto alla periferia meridionale, in gran parte perché hanno economie flessibili e competitive. Un tasso di cambio forte non è una preoccupazione per la Germania e la Finlandia, e la Polonia vuole puntare proprio in quella direzione - per non essere poi salvata dalle conseguenze di avere un’economia non competitiva da svalutazioni monetarie.

Come Sikorski ha detto in un’intervista un paio di anni fa: "Venticinque anni fa eravamo Europa dell’Est. Quando abbiamo aderito alla NATO e all’Unione europea, siamo diventati Europa centrale. Ora, a causa della nostra resistenza di fronte alla crisi finanziaria, siamo Europa del Nord".

Professor Krugman, qualche commento?

Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Financial Times

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