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L’impatto delle mosse della BCE sulle famiglie in 3 punti

martedì 15 marzo 2016, di Nicola D’Antuono

Le misure monetarie ultra-espansive della BCE, annunciate giovedì scorso, sono destinate ad avere un grosso impatto sia sui mercati finanziari sia sull’economia reale. Il taglio di tutti e tre i tassi di interesse principali nell’area euro, l’aumento del piano di quantitative easing (che ora include anche i bond societari non finanziari) e il lancio di nuove quattro aste LTRO a favore delle banche impongono nuove valutazioni da un punto di vista degli investimenti e del risparmio. Vediamo cosa cambia per le famiglie.

Casa e mutui
La manovra monetaria della BCE non dovrebbe avere un grosso impatto sui mutui. Si calcola che il risparmio sulla rata mensile di un mutuo a tasso variabile legato al tasso BCE è di appena 4€. Tuttavia per i futuri finanziamenti potrebbero esserci sorprese positive, in quanto le banche dovrebero diminuire i parametri di indicizzazione dei mutui e soprattutto gli spread. Considerando che il tasso Euribor probabilmente resterà sotto l’1% per diversi anni (si stima 4-5 anni almeno), il mutuo a tasso variabile resta la soluzione migliore per accedere ai nuovi finanziamenti. Meglio evitare poi la clausola “cap”, ovvero fissare un tetto al tasso nel caso in cui avvenisse un rialzo dei parametri. Tra l’altro questa possibilità è offerta oggi da pochissime banche e ha un costo significativo (si paga subito un tasso più alto in media di circa 60 centesimi di punto).

Risparmio
Si calcola che gli italiani abbiano sul conto corrente, o comunque su altri strumenti/prodotti privo di rischio, ben 1.500 miliardi di euro. Il contante, però, non rende più nulla, per cui l’ultima possibilità per far rendere i propri sudati risparmi al riparo da brutte sorprese è costituita dai conti deposito online ad alta remunerazione. Tuttavia, nell’attuale fase di "financial repression", i tassi si sono schiacciati anche su questo prodotto. Per ottenere rendimenti più elevati bisogna depositare i propri soldi su conti deposito di banche meno solide (anche se non a rischio default). Ad ogni modo è possibile spuntare anche tassi a dodici mesi intorno all’1,5%, che non sono poi così male se si considera che oggi il BTp decennale rende poco più dell’1,4% al lordo di tasse e commissioni.

Azioni e bond
Dopo un avvio d’anno terribile, che aveva portato a un crollo del 30% della borsa di Milano, sui mercati azionari sembra essere tornato il sereno. Grazie alle nuove misure di stimolo monetario della BCE si può tornare a investire, con moderazione e con un approccio sempre molto prudente, sulle azioni, in particolare quelle più a buon mercato del Vecchio Continente. I titoli bancari offrono valutazioni molto accattivanti e lo stesso si può dire per i titoli energetici. Per quanto riguarda le obbligazioni, c’è da dire che i titoli di stato sono sempre meno convenienti mentre potrebbe essere giunta l’ora di puntare con decisione sui bond societari (anche quelli con rating più basso, che avevano perso molto nelle ultime settimane).

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