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L’effetto San Matteo sulle banche cinesi aumenta le disparità
mercoledì 18 aprile 2018, di
Le condizioni del credito si sono stabilizzate per le principali banche cinesi, nonostante la stretta normativa in atto, con misure che mirano a ridurre l’utilizzo della leva finanziaria e il rischio del settore. Tuttavia, secondo un articolo pubblicato oggi da S&P Global Ratings, molte tra le banche più piccole stanno incontrando difficoltà ad adeguarsi alle riforme.
Secondo l’analista di credito S & P Global Ratings, Yu Liang, stiamo assistendo sempre più a un “effetto Matthew” tra le istituzioni finanziarie cinesi - in riferimento al cosiddetto effetto San Matteo, per descrivere in questo caso uno scenario in cui le banche forti diventano più forti e quelle deboli più deboli. L’analista crede che questo potrebbe spingere alcune banche a “trasformare radicalmente i loro modelli di business” .
Le grandi banche cinesi hanno sempre avuto una forte base di liquidità, e nel 2017 questo vantaggio è persino aumentato. La maggior parte delle grandi banche beneficia infatti di un mercato a più ristretta liquidità, visto il loro rapporto più alto nella domanda di depositi a basso prezzo e i loro guadagni imprevisti, in arrivo dai prestiti alle banche che necessitano di liquidità nel mercato interbancario.
Nel 2017 i margini di interesse netto (NIM) sono migliorati, e la pressione sui costi del credito si è allentata per le maggiori banche. Questo dimostra che le istituzioni più grandi beneficiano di una posizione che gli permette di adattarsi con più efficacia alle normative su sistema bancario ombra e eccessivo indebitamento interbancario.
Tuttavia, i risultati di un’analisi del 2017 mostrano che i NIM e le riserve di capitale si stanno riducendo per molte banche di piccole e medie dimensioni. Queste ultime sono infatti messe di fronte a sfide maggiori vista la maggiore liquidità interbancaria e la supervisione più intensa. Queste piccole istituzioni sono inoltre esposte con maggiore frequenza a rischi ribassisti legati al credito in determinati settori economici o regioni, a causa della loro limitata diversità di business e della loro portata geografica.
Le favorevoli condizioni economiche e la ripresa della redditività aziendale hanno anche aiutato a facilitare la crescita dei non performing loans nel 2017. Le banche più grandi hanno sfruttato l’opportunità di migliorare gli standard di riconoscimento; al contrario, le banche più piccole sono mediamente meno conservative nei loro asset problematici.
Secondo Yu Lang, visto che le grandi banche hanno aumentato la copertura provvisoria nel 2017, molte banche più piccole hanno segnalato una diminuzione del costo del credito pur di ridurre il rapporto di copertura dei non performing loans. Tuttavia, questo potrebbe aiutare le riserve di capitale ad assorbire le future perdite sui prestiti, e portare a una maggiore volatilità dei profitti.
La previsione è che molte banche cinesi si troveranno ad affrontare pressioni di capitalizzazione nei prossimi anni vista la nuova normativa e un controllo più severo.
Le nuove normative hanno già costretto il settore a riclassificare i crediti shadow
in prestiti sul bilancio, un processo che sta ridefinendo anche le basi patrimoniali, visto che i requisiti patrimoniali obbligatori continuano a essere introdotti gradualmente, in linea con le normative mondiali.
È probabile che le banche più piccole subiscano una maggiore pressione sul capitale e potrebbero rallentare la crescita del credito complessivo. Ma, detto questo, l’aspettativa è che la crescita dei prestiti concessi resterà relativamente alta.