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L’Italia vuole rilanciare l’Unione Europea: ecco come in 4 punti
martedì 23 febbraio 2016, di
L’Italia passa alle proposte per un’Europa migliore: il Governo italiano presenta all’UE una serie di strategie che possano dare la giusta spinta alla ripresa dell’area Euro.
In un contesto in cui, non solo in Italia, nasce e cresce la “disaffezione” al progetto europeo, mentre aumentano le attività volte a salvaguardare solo il bene di ciascuno Stato, Palazzo Chigi e il ministero dell’economia presenta la “Proposta strategica dell’Italia per il futuro dell’Unione Europea: crescita, lavoro e stabilità”.
Un documento contenente tutte le indicazione che l’Italia dà all’UE per indicare la giusta via comune da perseguire in termini di crisi migranti, unione bancaria, finanziamenti, fino a definire la necessità di bond comunitari e di un ministro delle finanze dell’eurozona.
Il motivo della mossa dell’Italia è chiarito tra le prime righe del documento: l’Europa è a un bivio.
“Se continueremo a trascinarci attraverso una ripresa incerta, non emergeranno progressi nella crescita e nella creazione di posti di lavoro e l’Eurozona resterà esposta a shock che possono minacciare la sua sostenibilità".
Contro la crisi senza precedenti del progetto europeo, ecco le soluzioni presentate dall’Italia.
Clicca qui per il testo integrale delle proposte dell’Italia all’Unione Europea.
Rivoluzionare l’Esm, completare l’Unione bancaria
Il meccanismo europeo di stabilità (Esm), riconosce il documento, è stato uno strumento fondamentale per affrontare le crisi degli Stati membri che si sono susseguite negli ultimi anni, ma è ora di cambiare. L’Italia propone la trasformazione in un Fondo monetario europeo.
Nel breve termine, l’Esm dovrebbe diventare il punto di riferimento per il sostegno del Fondo Unico di risoluzione per proteggere concretamente la stabilità finanziaria dell’Unione.
L’Italia propone inoltre l’implementazione dell’European Deposit Insurance Scheme (EDIS).
Infatti, l’Unione bancaria è ancora incompleta e l’Europa ha bisogno di uno strumento che sia realmente efficace nella gestione delle crisi sistemiche, oltre che nel prevenirle.
Una condivisione del rischio è quanto mai necessaria per percorrere delle prospettive credibili verso la stabilità finanziaria.
Un nuovo fondo monetario Europeo, secondo l’Italia, migliorerebbe le funzionalità dell’Unione bancaria e aumenterebbe la fiducia, “un ingrediente fondamentale per il successo dei sistemi bancari che contribuisce, in seguito, a ridurre i rischi”.
Alla zona euro serve un ministro delle finanze
Un ministro delle finanze della zona euro potrebbe garantire il rispetto dei termini comunitari nelle politiche fiscali di ciascun paese e assicurarsi che l’orientamento sia coerente e bilanciato anche a livello aggregato.
L’Italia riconosce che una figura del genere debba godere di una legittimazione politica per ricoprire questo ruolo; un ministro delle finanze potrebbe essere individuato all’interno della Commissione europea - sulla falsariga degli Alto rappresentanti - ma, come scritto nel documento, “sarebbe importante avere un forte legame con il Parlamento europeo”.
Nuovo approccio alla crisi migranti
L’Unione Europa sta affrontando una crisi migranti di un portata mai registrata ma “condividere la responsabilità per la gestione delle frontiere esterne tra l’UE e gli Stati membri interessati rappresenterebbe una forte risposta”.
Schengen è uno degli accordi più importanti nell’ambito dell’integrazione europea e deve essere preservato e rafforzato.
L’obiettivo dell’applicazione di una nuova politica per una gestione condivisa delle frontiere dell’UE e del flusso dei migranti richiede diverse fonti di finanziamento, il che potrebbe giustificare il ricorso ad un meccanismo di finanziamento che potrebbe portare all’emissione di bond comunitari.
Uniti contro la disoccupazione
Migliorare le condizioni della disoccupazione è il modo più diretto per aumentare la fiducia dei cittadini europei. L’Italia propone un fondo disoccupazione che possa dare le giuste risorse ai paesi che, ciclicamente, affrontano forti crisi disoccupazionali.
L’obiettivo principale sarebbe quello di ridurre il più possibile i temi burocratici per accedere al fondo.