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Krugman: “L’austerity ucciderà l’Europa”. Duro attacco a Olli Rehn

sabato 2 marzo 2013, di Vittoria Patanè

Il famoso economista americano torna a parlare dell’Europa sulle colonne de “ Il Sole 24 Ore” e non usa certo parole tenere.

Parla di tutto Krugman, dalla guerra valutaria all’euro, fino ad arrivare a quell’austerity che secondo molti sta diventando la vera malattia del continente.

Parole dure anche nei confronti, del vicepresidente della Commissione europea Olli Rehn, accusato dal Premio Nobel di aver causato molti danni e di continuare a perseverare con quella politica del rigore che si è rivelata incapace di porre rimedio alla crisi europea e che al contrario sta contribuendo ad acuirla.

Ma andiamo a vedere nel dettaglio qual è il pensiero di Paul Krugman sulla situazione europea.

Guerra Valutaria

“Tutto si basa su un equivoco e sarebbe una pessima cosa se le autorità dovessero prendere sul serio la faccenda.”

Questo Il pensiero di Krugman sull’attuale dibattito che sta infiammando gli economisti di tutto il mondo.
Anzi, secondo lui, le guerre valutarie rappresenterebbero un vantaggio per l’economia globale, come fu appunto negli anni 30.

“Negli anni 30 furono un vantaggio perché i Paesi si scrostarono di dosso la "doratura", abbandonando il gold standard per essere liberi di perseguire politiche di espansione monetaria.”

Oggi il problema è però diverso: Giappone, Stati Uniti e Gran Bretagna, attraverso la svalutazione delle proprie monete, starebbero solo attuando una politica di espansione monetaria che, a detta di Krugman, sarebbe proprio quello di cui ha bisogno il mondo:

“che motivo c’è di vederla come un male? L’Europa rischia di subire una perdita di competitività. Ma ha una risposta a disposizione: emulare gli altri Paesi avanzati e convincere la Bce a intraprendere misure di espansione.”

Il pensiero dell’economista è abbastanza chiaro: la BCE dovrebbe svalutare la propria moneta come hanno già fatto gli altri Paesi e dovrebbe farlo anche in fretta.

Deficit e Austerity

“Su entrambe le sponde dell’Atlantico, gli "austerofili" sembrano in preda al panico. È una buona notizia: è il segnale che si stanno rendendo conto di stare perdendo il dibattito.”

Il giudizio che Paul Krugman da sull’austerity è ormai noto ai più: è dannosa e soffoca la crescita economica.

Il fallimento di questo tipo di politica è stato palesato dalle elezioni italiane: i cittadini hanno dimostrato di non volerla e anzi, il voto italiano sarebbe proprio un voto contro l’austerity e l’Europa non può ignorarlo.

Olli Rehn

“Intanto, Olli Rehn, vicepresidente della Commissione europea e fiero paladino del rigore, ha scritto una lettera ai ministri dell’Economia in seguito alle disastrose notizie sull’economia europea, che hanno confermato l’allarme dei contestatori dell’austerity e indotto a rivedere i moltiplicatori della spesa pubblica, troppo elevati in una situazione di trappola della liquidità. La risposta di Rehn? Dobbiamo smettere di diffondere questi studi economici, perché compromettono la fiducia nel rigore!”

Insomma la risposta di Rehn alle proteste sarebbe, secondo Krugman, la censura.
Ma le parole più dure arrivano alla fine e suonano come una condanna bella e buona:

“Il problema è che questa gente ha già fatto danni enormi ed è ancora nelle condizioni per continuare a farli.”

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