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James A. Mirrlees: unica soluzione alla crisi? La fuga o la minaccia di fuga dall’euro

mercoledì 5 giugno 2013, di Erika Di Dio

Durante l’ultimo festival dell’economia a Trento la settimana scorsa, anche il premio Nobel all’economia nel 1996 James A. Mirrless ha sottolineato la necessità di uscire dall’euro come unica soluzione alla crisi che stiamo vivendo, ma ha anche proposto la fuga o la minaccia di fuga dall’euro, come ”buona strategia di lotta verso la Germania e i suoi alleati” da parte dei Paesi più in difficoltà.

Fuggire dalla crisi

L’economista ha infatti spiegato, “Uscire dall’Euro significa fuggire, la crisi si può affrontare resistendo ad essa e combattendo, ma i Paesi che scelgono di combattere lo facciano considerando anche l’opzione della fuga”.

E allora pensa ad un negoziato con la Germania e la BCE dei paesi che oggi sono ancora in alta recessione e per i quali non c’è altra soluzione dalla crisi se non quella di introdurre politiche statali di espansione della domanda, insieme con un taglio delle tasse e degli stipendi ai lavoratori delle professioni meno qualificate per poter così far ripartire l’occupazione.

Il debito italiano

Il premio Nobel scozzese si è anche concentrato sulla questione del debito pubblico italiano, e a proposito ha detto quanto segue,

Il debito è sempre stato un problema pervasivo per l’Italia, ma è difficile capire se è di per sé stesso un così grave problema. Ma perché dovremmo poi preoccuparci così tanto del debito? C’è il rischio di default, naturalmente, ma il debito è un segno del fatto che un governo spende senza un controllo sulla spesa. La cosa migliore sarebbe riportare gli investimenti ad un livello antecedente all’inizio della recessione. Questo è difficile perché le banche non hanno voglia di erogare prestiti, e la politica monetaria ha fallito nel suo tentativo di intervento su questo versante. Si è detto che un tasso d’interesse allo 0 % avrebbe aiutato, ma le banche lo avrebbero accettato? Come incoraggiare dunque gli investimenti? Un modo sarebbe avere delle assicurazioni sui prestiti, ma le politiche adottate in Occidente sono state tardive. Creare degli istituti di credito pubblici? La realtà è che forse sono le imprese che non vogliono investire, perché pensano che forse si uscirà presto dalla crisi. In alcuni paesi un ritorno agli investimenti non risolverebbe comunque il problema, perché la crisi bancaria ha tolto alle persone l’accesso al credito spingendo i governi a fare deficit. Questa recessione non se ne andrà e dobbiamo chiederci fino a che punto possiamo permetterci dei salvataggi, e chi deve essere salvato?

E questo si aggiunge a tutta un’altra serie di interventi di economisti di spicco, tra i quali anche un altro premio Nobel, questa volta indiano, ossia Amartya Sen, che propongono l’uscita dall’euro come soluzione, forse l’unica, alla crisi dell’Eurozona.

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