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Italia: serve una nuova legge elettorale per dare credibilità al Paese

martedì 8 ottobre 2013, di Maurizio Porcu

“Il messaggio del mercato è molto semplice: servono stabilità e riforme.”

Con queste parole, pronunciate mercoledì scorso a Parigi nel giorno del voto di fiducia al governo Letta, il presidente della BCE Mario Draghi ha sintetizzato i rischi imminenti per l’Italia in caso di un possibile ritorno alle urne.

Insomma, allo stato attuale delle cose in Italia votare non è consigliato poiché potrebbe intaccare le già flebili speranze di ripresa economica. A negarcelo pare siano i mercati, ormai associati nell’immaginario comune a cani famelici pronti ad azzannare la “preda di turno” nei momenti di difficoltà. Eppure sono anni, anzi decenni, che gli stessi mercati chiedono alla classe politica italiana riforme per modernizzare il paese ed in particolare la riforma di una legge cardine dell’ordinamento istituzionale. Difatti, se il voto è per antonomasia la massima espressione della vita democratica in uno stato di diritto, la legge elettorale può essere vista come la spina dorsale di qualunque paese democratico.

Tuttavia, come ha sottolineato il presidente del Consiglio Letta sin dal suo primo insediamento alle camere, il superamento dell’attuale legge elettorale non è sufficiente a garantire continuità di governo al Paese. Una riforma della costituzione che veda il superamento del bicameralismo perfetto e una revisione dei poteri attribuiti al primo ministro della repubblica è essenziale per dare un senso più concreto al voto dei cittadini.
Luciano Violante, coordinatore della commissione dei saggi incaricata di stilare le proposte per il cambio della seconda parte della Costituzione ha consegnato il 17 Settembre nelle mani del premier Letta il dossier definitivo. Si auspicano tempi brevi per la costituzione del “Comitato dei 40” il quale dovrà stilare il testo definitivo, ma al momento questi rimangono sempre incerti.

Sta di fatto che l’immagine che il Bel Paese ha consegnato anche nell’ultima settimana al mondo intero è stata quella di una nazione in balia dell’ingovernabilità, non in grado di autogestirsi e rinnovarsi a livello istituzionale.

Perché serve una nuova legge elettorale?

Una riforma moderna e funzionale della legge elettorale garantirebbe una maggiore continuità e stabilità economica e politica al paese prevenendo il succedersi di ripetute crisi di governo. La paura sempre presente negli ultimi anni in caso di possibile ritorno alle urne non sarebbe giustificata con la presenza di una legge elettorale che dia certezza sugli esiti delle votazioni. Sono proprio continuità e stabilità i due punti di forza di grandi democrazie quali il Regno Unito, la Francia e la Germania difatti molto più avanti rispetto all’Italia sulla strada per la crescita.

Calendario e impegni del Governo

Superata in maniera brillante l’ultima fase di verifica di fronte alle due camere, il governo si trova ora a dover affrontare diversi impegni in tema di pianificazione economica ed istituzionale. Se la legge di stabilità sarà al centro del dibattito politico nelle prossime settimane, con prevedibile scontro tra le due componenti della maggioranza sul dove intervenire con tagli e finanziamenti, la legge elettorale accompagnata dal promesso avvio della commissione per le riforme istituzionali sarà il vero banco di prova per la classe dirigente al governo del paese.

A dettare infatti i tempi su un accordo all’interno dei due rami del parlamento è la decisione della corte costituzionale sulla legittimità dell’attuale legge elettorale. La prima seduta che dovrebbe dare un giudizio sulla sua validità si terrà il 3 dicembre a Roma.

Non sembrano esserci dubbi in merito all’esito di tale valutazione, viste anche le recenti dichiarazioni del neo eletto presidente della corte costituzionale Gaetano Silvestri, il quale ha affermato che l’attuale legge elettorale presenta “aspetti problematici”.

Non sarà dunque più possibile rimandare ad oltranza un intervento da parte del governo che si vedrà costretto a proporre dopo anni di rinvii e trattative fallimentari una soluzione a questo problema cruciale. Le soluzioni al momento al vaglio della Commissione Affari Istituzionali al Senato sono diverse, ma quasi tutte orientate verso un ritorno al “Mattarellum” con modifiche riguardanti il premio di maggioranza o di governabilità.

Legge elettorale in Italia

Si stringono dunque i tempi per l’abolizione della tanto criticata legge promossa dal ministro Calderoli nel 2005, con la speranza che il cambio rimetta lo Stato nelle condizioni adatte per un ritorno allo sviluppo economico e sociale grazie alla tanto agognata fiducia dei mercati.

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