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Italia: i dieci saggi possono davvero cambiare qualcosa? Scetticismo dall’estero
martedì 2 aprile 2013, di
Dieci "saggi" che provano a fare ciò che i litigiosi politici italiani non sono stati in grado di realizzare dalle inconcludenti elezioni di fine febbraio - capire una formula per contribuire a formare velocemente un nuovo governo mentre i mercati finanziari attendono con impazienza la fine della situazione di stallo.
La commissione
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha creato il gruppo di esperti la settimana scorsa dopo che il leader di centrosinistra Pier Luigi Bersani non è riuscito a formare una coalizione di governo con un ampio sostegno in Parlamento; i 10 membri avranno il loro primo incontro con lui al Palazzo del Quirinale proprio oggi, che coincide con la ripresa del trading finanziario, dopo il lungo fine settimana di Pasqua.
Napolitano ha fatto riferimento al gruppo come commissione di lavoro, mentre i media e altri politici li hanno immediatamente soprannominati i "10 saggi".
Il comitato, che comprende legislatori, professori e un funzionario della banca centrale, cercherà di elaborare un programma di riforme che potrà essere abbracciato da un ampio spettro di partiti, in particolare riforme elettorali ed economiche, nel tentativo di evitare nuove elezioni al più presto.
Molti di loro sono stati legislatori sia nei partiti di Bersani che di Berlusconi. Un altro membro del gruppo è un ministro nel governo tecnico di Mario Monti, nominato a fine 2011 in sostituzione di Berlusconi.
L’Unione europea e i funzionari delle banche centrali danno credito a Monti per aver permesso all’Italia di non soccombere alla crisi. Ma gli elettori hanno clamorosamente respinto la sua dura medicina per il risanamento finanziario. Il nuovo movimento centrista di Monti è finito quarto nelle ultime elezioni, con gli italiani stanchi di fare sacrifici finanziari non accompagnati da misure per avviare l’economia e ridurre la disoccupazione alle stelle.
Cosa si riuscirà ad ottenere in questo modo?
Ma mentre l’obiettivo di Napolitano nella creazione del comitato è stato quello di aiutare a trovare un terreno comune tra i potenziali partner della coalizione di governo, l’unica cosa su cui i partiti sembrano d’accordo è lo scetticismo riguardo ciò che si potrebbe realizzare in questo modo.
"O nasce un governo politico in fretta" o, "facciamo quello che è naturale in una democrazia, torniamo alle urne", ha detto l’alleato di Berlusconi Maurizio Gasparri. Berlusconi potrebbe provare ancora un ritorno se saranno indette presto nuove elezioni.
Emma Bonino, echeggiando una critica comune, ha detto che il gruppo non era certo rappresentativo degli italiani - per cominciare, non c’erano donne, ha osservato. "Potete immaginare se il presidente avesse scelto 10 donne? Tutti avrebbero detto: ’C’è qualcosa che non va qui", ha detto ironicamente la Bonino a Radio Radicale.
La Bonino si è mostrata abbastanza pessimista, infatti ha detto, "Mi ricordo molte commissioni di "saggi" nella mia lunga carriera politica. E i risultati non sono mai stati molto brillanti", ha detto.
Scettico anche un senatore del Movimento Cinque Stelle, Paola Nugnes. "Ancora non mi è chiaro cosa questi "saggi" devono fare, e come opereranno", ha detto su Facebook.
Ma un politico pro-Monti, Giuliano Cazzola, ha spazzato via lo scetticismo.
"L’unico giudizio sull’azione del Presidente Napolitano che conta sarà dato domani dai mercati", ha detto Cazzola in un comunicato. "Il resto sono solo chiacchiere."
Se i partiti principali non riusciranno ad unire le loro forze dietro un programma di riforme in Parlamento, Napolitano potrà chiedere ad una figura non-politica di provare a mettersi a capo di un governo, creato per durare pochi mesi o giusto il tempo necessario per adottare le riforme elettorali atte ad aumentare le probabilità che l’Italia non uscirà paralizzata nuovamente da risultati inconcludenti alle urne. Napolitano ha sollecitato tale riforma per la maggior parte dei suoi sette anni di mandato, così come altre riforme, ma queste non sono mai andate da nessuna parte in Parlamento.
| Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Washington Post |