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Italia ed elezioni politiche: prova di realismo, austerità o demagogia? Ecco il vero vincitore

mercoledì 20 marzo 2013, di Erika Di Dio

Prima del confronto elettorale, c’erano due interessanti - ma diverse - opinioni circa le recenti elezioni politiche in Italia. L’Economist nel 2012 aveva definito le elezioni come un test della maturità e del realismo degli elettori italiani. Il consiglio era che gli italiani avrebbero dovuto votare per Monti. D’altra parte, Paul Krugman nel The New York Times (2013) aveva suggerito che le elezioni italiane avrebbero potuto essere viste come una verifica del consenso circa le politiche di austerità: votando per Monti le si accetta, altrimenti le si rigetta. Una terza interpretazione è però possibile: le elezioni possono dirci quanta fiducia c’è nelle istituzioni. Il fatto che il vero vincitore sia stata la demagogia suggerisce che la fiducia degli italiani nelle istituzioni è scarsa.

Prove

Quando un paese ha problemi politici, i mercati finanziari rispondono rapidamente. Gli spread sui tassi di interesse così come i credit default swap diventano più alti e più volatili. Allo stesso modo, la situazione politica può anche influenzare il sentiment dei cittadini. Si presentano alcuni esercizi basati su:

  • La particolare situazione in Italia nel corso degli ultimi due anni;
  • I dati provenienti da indagini sulle famiglie.

Le misure dell’atteggiamento dei consumatori potrebbero, tra l’altro, contenere indicazioni utili circa la sensazione generale sul sistema economico. Dal momento che questi possono essere facilmente considerati come dipendenti dalla situazione politica, può emergere un collegamento tra il sentiment delle persone e il disordine politico. In realtà, gli stati d’animo dei consumatori possono incorporare le loro stime degli impatti di shock rari o unici, i cui effetti non possono essere stimati direttamente dalle esperienze passate o dai dati economici. Tali eventi possono includere sia fattori economici, ad esempio l’introduzione dell’euro, sia fattori extra-economici, come ad esempio le distorsioni psicologiche, i terremoti o i problemi politici.

Un insieme di dati da parte della Commissione europea ci aiuta a scavare nella percezione che gli individui hanno sulla propria situazione economica. Il set di dati è basato su indagini mensili condotti dalla Commissione europea (2007). Le persone vengono intervistate nel corso dei primi dieci giorni lavorativi di ogni mese e sono portati ad affrontare domande ex ante e a posteriori su diversi argomenti sia a livello personale che a livello di sistema economico (ad esempio, ’Come è cambiata la situazione finanziaria della sua famiglia nel corso degli ultimi 12 mesi?’, ’Come ti aspetti che la situazione economica generale del paese si svilupperà nel corso dei prossimi 12 mesi?’, ecc). Dalle risposte vengono quindi calcolati quattro indici (2005 = 100, dove i valori più alti equivalgono a "umore migliore") al fine di catturare il sentiment circa la situazione economica attuale, futura, personale e generale.

Crisi politiche in Italia

Le ultime due crisi politiche in Italia hanno alcune caratteristiche interessanti, nel senso che si può pensare che esse abbiano generato due shock comparabili per quanto riguarda gli atteggiamenti degli Italiani. Le crisi sono state molto vicine l’una all’altra: una a Novembre 2011, l’altra a Dicembre 2012.

Un mese prima di ogni crisi, la maggior parte dei cittadini non era a conoscenza di quanto stesse accadendo. In effetti, i messaggi inviati dai politici erano rassicuranti. La dichiarazione di dimissioni da parte di Berlusconi era, ovviamente, di gran lunga la notizia più importante dall’inizio della crisi dell’Eurozona. In particolare, entrambe le crisi diventano rapidamente "conoscenza comune" durante la seconda settimana del mese. E sembra che questi due mesi di crisi abbiano creato dei valori anormali nelle serie storiche degli indici di sentiment.

Un metodo standard per verificare ciò è quello di modellare l’indice della fiducia dei consumatori utilizzando un modello di regressione ARIMA e per verificare se una dummy (in italiano, variabile binaria, n.d.r.), pari ad uno nel mese della crisi e a zero altrove, risulta essere significativa. La tabella seguente mostra i risultati di questo esercizio.

Tabella 1. L’effetto degli shock politici sul sentiment degli italiani.

Risultati

La tabella 1 ci informa che tutte le variabili binarie relative alla prima crisi sono state positive e significative. Cioè, quando si confronta la situazione prima e dopo la fine del governo Berlusconi, il sentiment del cittadino rappresentante italiano è stato più positivo. Non è lo stesso per le dimissioni di Monti.

Non si può definitivamente escludere che le variabili catturino la presenza di eventi diversi dalle crisi politiche. Ma, detto questo, la particolarità di queste due crisi improvvise potrebbe ridurre i problemi di identificazione.

Questi risultati mostrano anche altre caratteristiche che aumentano ulteriormente la fiducia nei nostri risultati:

  • Primo, i coefficienti rimangono piuttosto costanti con e senza il trend deterministico;
  • Secondo, si può notare che l’unico indice che non è cambiato a seguito della decisione delle dimissioni di Berlusconi è quello "attuale".

Alla luce della prospettata interpretazione degli eventi, questo è un risultato previsto. In realtà, questa misura coglie l’atteggiamento nel corso degli ultimi 12 mesi, ed è difficile pensare che un’improvvisa crisi politica possa influenzare ciò che la gente pensa riguardo l’anno precedente.

  • Allo stesso modo, si può aggiungere che la maggiore elasticità mostrata dagli indici "futuro" e "generale" non sorprende.

In effetti, una crisi politica dovrebbe essere un evento particolare che incide sulle prospettive macroeconomiche piuttosto che sulle situazioni individuali. I risultati riportati nella tabella 1 confermano questo punto di vista. In sintesi, c’è una piccola probabilità che un altro evento, diverso dall’inattesa decisione dei protagonisti del governo a dimettersi, si sia verificato esattamente tra fine ottobre e inizi novembre e tale da generare gli stessi risultati.

Conclusioni

Questi risultati suggeriscono che le opinioni sulle evouzioni economiche in Italia siano state influenzate in modo diverso da due scosse politiche. Mentre erano più fiduciose dopo le dimissioni di Berlusconi, l’abdicazione Monti non ha prodotto lo stesso salto positivo nell’umore delle persone. In realtà, gli italiani sembravano non reagire affatto alla crisi più recente, forse suggerendo che essi stanno semplicemente diventando disillusi. Piuttosto che un test sul realismo o sull’austerità, le recenti elezioni politiche potrebbero essere lette come una prova di disaffezione per le istituzioni politiche. La recente ondata di populismo suggerisce che l’alienazione politica in Italia è in realtà molto diffusa.

Articolo originale di Maurizio Bovi
Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Voxeu

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