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Investire sul dollaro americano nel 2014: ecco i pro e contro di questa scommessa

lunedì 9 giugno 2014, di Nicola D’Antuono

Sono sempre più numerosi gli analisti finanziari e gli asset manager che consigliano di investire sul dollaro americano, dopo che negli ultimi anni la valuta della prima potenza economica del pianeta ha sofferto molto l’eccezionale flusso di liquidità riversato dalla FED sui mercati internazionali dopo la crisi finanziaria globale del 2008. Oggi il biglietto verde potrebbe attirare finalmente quei flussi di denaro necessari per rialzare la testa senza dover necessariamente attendere le fasi di mercato di risk off, quando assume il ruolo di valuta rifugio.

Oggi investire sul dollaro americano vuol dire credere essenzialmente in due cose:
1- la FED continuerà a ridurre il piano di quantitative easing, senza fermare il tapering che va avanti da inizio anno a un ritmo di 10 miliardi di dollari al mese;
2- l’economia a stelle e strisce tornerà a marciare a ritmi sostenuti, grazie soprattutto alla ripresa del mercato del lavoro, dopo la caduta del pil nel primo trimestre.

Gli esperti ritengono che la FED chiuderà i rubinetti della liquidità entro fine anno, azzerando così il piano di stimoli monetari lanciato sul finire del 2008. Il primo rialzo dei tassi di interesse, invece, viene stimato intorno al secondo trimestre del 2015. Le aspettative di politica monetaria sempre più restrittiva da parte della Federal Reserve vanno a braccetto con quelle sulla crescita economica, che nei prossimi trimestri dovrebbe essere trainata da un mercato del lavoro sempre più in salute e tornato addirittura ai livelli pre-crisi. Venerdì sono stati creati altri 217mila posti di lavoro e in questo modo sono stati recuperati tutti i milioni di posti persi dopo la crisi finanziaria di sei anni fa.

Se si considera che altre banche centrali di spicco, in particolare BCE e BOJ, saranno costrette a mantenere una politica monetaria ultra-accomodante per tanto tempo ancora per raggiungere i propri obiettivi relativi a crescita e inflazione, il dollaro americano potrebbe presto aprire un ciclo rialzista molto importante sebbene c’è chi ricorda come la valuta a stelle e strisce possa soffrire le manovre delle banche centrali dei mercati emergenti intenzionate a diversificare sempre più le proprie riserve internazionali in monete diverse dal dollaro (soprattutto Cina e Russia).

Le principali scommesse a favore del dollaro sembrano indirizzarsi per lo più contro l’euro, in quanto il differenziale di crescita tra le economie di Usa ed Eurozona appare destinato ad allargarsi nei prossimi mesi mentre la politica monetaria diventerà restrittiva in America e ultra-espansiva nell’area euro. Sono in tanti, dunque, a scommettere sul crollo del cambio euro/dollaro da qui al prossimo anno: Goldman Sachs si aspetta che la BCE introdurrà un piano di QE dopo l’estate, facendo così avviare il cambio verso 1,30 nei primi mesi del 2015.

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